PERSONAGGI
Una strada per Gigi Burruano: appello per ricordare l'icona della "palermitanitudine"
Una lettera rivolta al Comune per chiedere di intitolare una strada al celebre attore. Riconosciuto come simbolo di quel "sentire palermitano" che lo ha reso unico
Gigi Burruano
A distanza di tempo, Palermo vuole continuare a ricordare colui che contribuì alla nascita di una nuova drammaturgia palermitana, di cui fu icona indiscussa. Parte così un appello al Comune per intitolare una strada all'attore, possibilmente nella "sua" Mondello, borgata in cui Burruano visse.
Appello partito con una lettera dell'attore Marco Li Vigni indirizzata all'assessore comunale Giampiero Cannella.
«Di solito quando si deve intestare una strada a qualcuno - si legge nella lettera - è perché si ritiene che questo qualcuno abbia lasciato un segno importante alla memoria della città, in qualsiasi ambito, e sicuramente per quanto riguarda il Teatro a Palermo, un artista che ha lasciato il segno e passerà alla storia è Gigi Burruano.
Burrano iniziò la carriera da attore all'inizio degli anni Settanta con il cabaret e il teatro dialettale. La sua carriera teatrale lo portò a calcare diversi palcoscenici di teatri stabili di Catania, Roma, Trieste e Prato.
Ma lo si ricorda anche in tv e al cinema con l'esordio nel 1970, ne "L'amore coniugale" di Dacia Maraini.
«Per me, giovane attore - ricorda Li Vigni -, era motivo di orgoglio, ed anche punto di riferimento,quando lo ammiravo al cinema ed in teatro, sapendo che quell’attore era un palermitano».
Il successo nazionale arriva con la partecipazione alla serie televisiva "La piovra". Nel 1997, infatti, è stato interprete nell'ottavo episodio della serie anche se Il teatro è rimasto la sua occupazione principale per quindici anni, fino al 1985, quando è tornato sul grande schermo con una piccola parte nell'iconico "Pizza connection" di Damiano Damiani.
Nel 2001 ha ottenuto una nomination al Nastro d'argento per l'interpretazione nel film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana della parte di Luigi Impastato, padre di Peppino, interpretato da Luigi Lo Cascio. Ruolo con cui ottenne una nomination al Nastro d'argento per l'interpretazione. Nel film Burruano e Lo Cascio erano padre e figlio, nella realtà erano zio e nipote.
Il suo ritorno al cinema è avvenuto nel 2008 con "Il sangue dei vinti" di Michele Soavi.
Le ultime produzioni a cui ha partecipato sono state "Quel bravo ragazzo" per la regia di Enrico Lando (2016) e la miniserie "Boris Giuliano - Un poliziotto a Palermo", regia di Ricky Tognazzi.
Tante le collaborazioni teatrali e cinematografiche ma i palermitani lo ricordano sicuramente per un personaggio, con cui guadagnò una volta per tutte l'affetto della sua città: Rancu Tanu, nel suo spettacolo cult più celebre di sempre "Palermo, oh cara".
«Caro Giampiero - riporta l'appello -, sapendo che tu non sei indifferente al talento nostrano, chiedo a te oggi di intestare una strada a Gigi Burruano, magari nella Mondello in cui lui ha vissuto ed amato. Sono sicuro di chiederlo anche a nome di tanti colleghi, musicisti, e professionisti dell’arte, ma soprattutto a nome del grande pubblico che lo ha ammirato e seguito. Indimenticabile il ruolo de “u rancutanu” in Palermo Cara, ed al cinema nei panni del padre di Peppino Impastato ne “I cento passi”».
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