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Una specie aliena (e pericolosa) "invade" la Sicilia: cosa sappiamo del pesce scorpione

Il 31 dicembre scorso, alcuni subacquei sono riusciti a individuarne alcuni esemplari nei pressi di una celebre comunità costiera affacciata sul mar Ionio

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 28 gennaio 2025

Il pesce scorpione

Considerato da molti come uno dei pesci più pericolosi del Mediterraneo, il pesce scorpione Pterois miles è una delle specie aliene che ha raggiunto la Sicilia negli ultimi anni, a seguito di una costante espansione che ha ampliato enormemente il suo areale.

Originario del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, questo pesce ha raggiunto il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, che funge praticamente da ponte fra uno dei mari più caldi del mondo e le coste orientali del Mare Egeo.

Spesso confuso con Pterois volitans (anch'esso definito pesce scorpione) per via della livrea simile, questo pesce dispone di diverse ghiandole velenifere sul dorso, in grado di produrre una sostanza mortale per l’uomo.

Queste ghiandole sono a loro volta collegate agli aculei che proteggono la pinna dorsale e rendono “spinoso” l’aspetto del pesce.

Per quanto possa sembrare assurdo, in alcune regioni del mondo è consentita la pesca commerciale di questa specie, visto che è particolarmente ricercata da diversi appassionati di acquariofilia per via dell’eleganza delle sue livree rossicce.
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Recentemente, il 31 dicembre scorso, alcuni subacquei sono riusciti a individuarne alcuni esemplari nei pressi di Taormina, la celebre comunità costiera - affacciata sul mar Ionio – che c’invidiano ad ogni angolo del mondo.

Fra i subacquei presenti c’era Pierangelo Catania, che ha sottolineato la sua sorpresa nel trovare questa specie durante l’Inverno. Questo può essere infatti visto come un indizio del costante surriscaldamento del mare provocato dal cambiamento climatico e non è difatti un caso se questa specie viene considerata dagli esperti tra quelle che beneficeranno maggiormente dell’aumento delle temperature del Mediterraneo.

Al momento dell’immersione, Catania ha sostenuto che la temperatura dell’aria era alta, circa 18 gradi centigradi. Sufficiente affinché un pesce scorpione – che ricordiamo appartenere ad una specie esotica abituata a temperature tropicali - potesse nuotare nei pressi della riva.

Già un paio di anni fa l’Ispra aveva sottolineato la pericolosità di questa specie, sempre più presente all’interno delle acque italiane.

Allora se ne parlò come un grande scandalo, ma a seguito dell’arrivo massiccio di altre specie aliene – tra cui il granchio blu – le comunità umane che abitano nei pressi dei territori costieri o nelle isole sembrano essersi rassegnati alla presenza di questi minacciosi animali, che pesano economicamente anche a livello della pesca e del turismo.
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