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Un'"iconografia controriformata" per Santa Venera martire: l'amata "Santuzza" di Acireale

Un catalogo sapientemente costruito. L’autore costruisce una trama ritmata e chiara dei salienti della vita della Santa e del legame indissolubile con il suo territorio d'appartenenza

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 27 ottobre 2021

"Santa Tutelar Padrona", Santa Venera

«La rassegna di opere, proposta in occasione della mostra “Santa Tutelar Padrona. L’iconografia acese di Santa Venera”, ha finalmente il suo catalogo. Un'importante acquisizione, sotto l'aspetto critico e scientifico, che contribuisce a fissare la nascita, la crescita e lo sviluppo di un'iconografia controriformata.»

Comincia così la sua premessa Maurizio Vitella, raffinato storico dell'arte dell'università palermitana, al catalogo sapientemente costruito con scrupolo e ricchezza di particolari dallo storico dell'arte acese Fabio Fabrizio Grippaldi.

Il catalogo, fedelmente ancorato alla mostra omonima tenuta presso le sale espositive del Museo Diocesano di Acireale tra il 12 luglio 2019 e il 14 novembre dello stesso anno e curata dallo stesso Grippaldi, costituisce di fatto, un'importante contributo in termini di coordinate storico-artistiche, alla ricca iconografia della santa martire, animata nel solco
della ripresa delle antiche devozioni locali seguite ai “movimenti tellurici” post Concilio di Trento (1563).
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L’autore costruisce una trama ritmata e chiara dei salienti della vita della Santa e del legame indissolubile con il suo territorio d'appartenenza, in cui tassello dopo tassello si anima arricchendosi l'evoluzione stessa della rispettiva iconografia attraverso la bellezza di dipinti e strepitose opere d'arte decorativa.

Ecco allora che quadri e pitture murali, disegni e incisioni, sculture in legno e cera, fibule e monili, pendenti, pale d’altare, finiscono per delineare la costruzione secolare di una devozione avvertita dalla comunità acese quale tributo devozionale sotto l'egida di una bellezza che si fa tramite con quella dimensione spirituale capace di legare l'uomo al divino.

Grippaldi, già coordinatore regionale AMEI, analizza puntualmente attraverso un ricco campionario di immagini, le singole specificità artistiche legate al culto della santa martire, collazionando un elegante campionario di informazioni visive tali da costituire una iconoteca inderogabile per la comprensione del tema specifico.

Si passa dalle pitture di Alessandro Vasta a Giuseppe Rapisarda, da Giacinto e Vincenzo Patania a Mario D’Angelo, Francesco Finocchiaro a Matteo Desiderato, Emanuele Grasso, Giuseppe e Francesco Vaccaro, Pietro Paolo Vasta, attraversando per intero Manierismo, Barocco, Rococò e Neoclassicismo per giungere, con lo straordinario ciclo pittorico di Giuseppe Sciuti Santa Venera nel coro di vergini eseguito nel 1905-07 presso la Basilica Cattedrale di Acireale, alle porte della contemporaneità artistica siciliana.

Il catalogo (edito dal Museo Diocesano di Acireale per la collana I taccuini, pp. 64, 12 euro, 2020) presenta inoltre gli interventi di apertura del Vescovo di Acireale Antonio Raspanti, di Mons. Giovanni Mammino direttore del Museo Diocesano, di Don Roberto Fucile, di Don Mario Fresta parroco della Basilica Cattedrale, della prof.ssa Simona Postiglione.

Conclude in appendice l'interessante contributo di Maria Concetta Di Natale Monili per Santa Venera, la quale traccia tra Mario D’Angelo e Paolo D’Ambra un raffinato excursus minimo all'interno delle Arti decorative realizzate per arricchire eternandolo il culto della santa martire acese.

Per dirla con Maurizio Vitella, maestro dell'autore e di chi scrive, a Grippaldi il plauso per la redazione di questo prezioso contributo, d'ora in poi riferimento bibliografico di valore.
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