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Un tuffo alla tonnara di Cofano: la tappa da non perdere in Sicilia se vuoi un mare cristallino

La tonnara (con la sua torre) sorge di fronte allo scoglio dello Scialandro, a Custonaci, ed è una delle attrazioni più visitate della riserva naturalistica di Monte Cofano

Jana Cardinale
Giornalista
  • 20 agosto 2021

La tonnara di Cofano (foto da guidasicilia.it)

La tonnara di Cofano, immersa in un contesto naturale dalla bellezza straordinaria - la Riserva Naturalistica di Monte Cofano - sorge di fronte allo scoglio dello Scialandro, a Custonaci.

Fu una delle più pescose e importanti tonnare del trapanese, fonte di sostentamento economico per i marinai del luogo e dei paesi vicini. Oggi è sede di un museo ed è una delle attrazioni più visitate della riserva di Monte Cofano.

Accanto alla tonnara si trova un'antica torre risalente al XVI secolo, caratterizzata da una pianta a forma stellare a quattro punte, unica in tutto il territorio siciliano.

L'interno della torre e il piano superiore sono a pianta quadrata, con volte a botte e mura di notevole spessore. Stupendo il paesaggio circostante, a tratti selvaggio e incontaminato.

Tuffarsi nelle cristalline acque della tonnara è un’esperienza unica. Seguendo il sentiero che attraversa la riserva, in prossimità della grotta del Crocifisso, ci si imbatte in una rustica cappella costruita a strapiombo sul mare, meta di numerosi pellegrini, e in un’altra antichissima torre eretta dal regno borbonico anch’essa a difesa delle coste siciliane, la torre di San Giovanni.
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La Tonnara di Monte Cofano è una tappa obbligatoria per i turisti che, alla scoperta delle meraviglie siciliane, vogliono fare esperienza di uno dei paesaggi naturalistici più incantevoli della Sicilia. Dopo una lunga fase di restauro, la «torre della tonnara di Cofano» continua a essere contrassegnata da una buona presenza di visitatori incuriositi dalla struttura di avvistamento, che proteggeva la preesistente tonnara dai cannoneggiamenti delle navi corsare e che presenta l’inusuale pianta quadrata a forma stellare.

La torre risale con certezza alla metà del XVI secolo, quando Cosimo Bosco stipulò nel 1556 con l’Universitas di «Monte San Giuliano» un contratto di concessione enfiteutica nei «territorii di Sanguigno» per la sua costruzione (poi, in effetti, completata nel 1560). Anche perché, proprio in quegli anni (novembre del 1550), nei mari adiacenti il «monte Cofano» erano stati fatti prigionieri ben 60 uomini, che poi furono assegnati come rematori ad una regia galea, intenti ad effettuare delle scorrerie lungo tutto il litorale trapanese.

«Del resto la «tonnara di Cofano», di proprietà della famiglia Bosco già dal 1404 – dice il giornalista ed esperto di storia locale Fabrizio Fonte - era di fatto molto appetibile, essendo una delle più importanti e pescose della costa trapanese. Le cronache locali riportano che, proprio nel 1560, nonostante fosse già esistente la torre, la tonnara fu ugualmente espugnata dalle galeotte di Biserta che, approfittando dell’assenza del grosso della ciurma impegnata a largo in una battuta di pesca, fecero, tra uomini e donne, qualcosa come 80 prigionieri.

La testimonianza più alta, di quanto pericolo incombesse sui siciliani e di quante sofferenze patissero, si riscontra nell’«Opera della Redenzione dei Cattivi di Sicilia» che, fondata nel 1596 dal Marchese Geraci, iniziò la pubblicazione di periodici cataloghi di schiavi fatti prigionieri dai pirati barbareschi.

A rendere più grave il problema verso la fine del XVI secolo – aggiunge Fonte - fu la minaccia della flotta turca che, dopo aver conquistato Cipro e Tunisi, si apprestava a sbarcare sull’Isola. Ragion per cui due esperti ingegneri militari, Spannocchi e Camilliani, ebbero l’incarico di verificare le condizioni del sistema difensivo delle coste siciliane. I due furono chiamati a progettare un sistema di torri costiere, in parte già presenti e in parte da costruire, fornite di artiglierie e di una guarnigione di militi («torrari») in genere in numero di tre, con turni ininterrotti. Le torri avrebbero dovuto dare l’allarme non solo alla zona interessata, ma anche all’entroterra dell’isola».

La torre è posta su un pendio scosceso di «Monte Cofano», e comunicava perfettamente con quella di «Bonagia» e con quella di «San Vito Lo Capo»: conserva ancora la struttura del baglio, con l’ampio cortile interno su cui si affacciano gli ambienti dei magazzini a pianoterra e le abitazioni del primo piano.

Oggi, rinnovata in tutto il suo splendore, la torre della tonnara di Cofano, torna ad essere fruita dai numerosi visitatori della Riserva, mettendo, ancora una volta, in mostra i suoi cunicoli “segreti”, le sue feritoie per gettare l’olio bollente o il suo terrazzo d’avvistamento da cui si scorge un panorama a dir poco mozzafiato; in poche parole tutto il proprio vissuto che in un ideale viaggio indietro nel tempo riporta emotivamente a “sentire”, tra le pieghe del mare sottostante, l’eco ritmato delle antiche «cialome».

La Tonnara di Cofano, all’ingresso della Riserva di Cofano, scrigno che racchiude tanti tesori, mostra con generosità e improvvisa bellezza, il fascino solitario del suo piccolo agglomerato, ai piedi della montagna.
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