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Un posto incantevole di una Sicilia stupenda: la spiaggia della Tonnara merita più rispetto

Per i residenti è "a loggia". Invece, per i turisti, è un luogo fiabesco impreziosito dalla storia. Pochi metri distanziano la vecchia struttura dalla spiaggia

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 27 agosto 2023

Spiaggia della Tonnara di Avola

Sulla costa ionica è presente uno dei litorali più pittoreschi della Sicilia: Avola con le sue spiagge. Là, nel paese della "Pizzuta" (mandorla), dei vigneti dove regna il Nero d’Avola e nei giardini dei limoni, si trova la spiaggia della Tonnara.

È un autentico capolavoro della natura ”abbellita e arricchita" dalla presenza dei ruderi della vecchia Tonnara o (Tonnara del fiume di Noto). Situata a circa 1 km dal centro storico, si raggiunge percorrendo e attraversando la Via Miramare.

I fondali declinano verso il largo e il mare cristallino, termina la sua corsa sulla spiaggia sabbiosa.

Per gli avolesi è "a loggia". Invece, per i turisti, un luogo fiabesco impreziosito dalla storia. Pochi metri distanziano la vecchia struttura dalla spiaggia.

Costruita nel 1633, in una posizione strategica, la Tonnara di Avola fu di proprietà (originariamente) del Demanio Marittimo. Presumibilmente il nome deriva dalla vicinanza alla foce del fiume Asinaro, in un’area chiamata “Balata”.
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Al largo si trovava la "Camera della Morte". Era un sistema di reti in cui avveniva la mattanza dei tonni. Tra le più grandi della Sicilia, era attrezzata con tutti gli strumenti necessari per operare in modo efficiente.

La cittadina dipese (economicamente) molto grazie a un pescato di ottima qualità. Più volte affittata, nel 1693 - dopo il terremoto che investì il territorio della Val di Noto - venne distrutta in gran parte.

Fu acquistata dalla famiglia catanese Tornabene nel 1700. Grazie agli ingenti investimenti fatti, finalmente iniziarono i lavori di restauro e vennero ripristinate le funzioni originali.

Oltre alla tonnara fu costruito un palazzo (residenza della famiglia Tornabene), una chiesa a navata unica e alcuni capannoni. La presenza della ciminiera è uno degli elementi innovativi che, una volta inquadrato il periodo, rendeva la struttura adeguata ai (nuovi) tempi dell’industrializzazione.

La scrittrice Annalena Lippi Guidi è riuscita ad approfondire le tematiche socio-storiche dividendo in tappe (date) il tormentato percorso della tonnara. Alla nobile famiglia, nel 1811, si affiancò il barone netino Impellizzeri di San Giacomo, padrone della “medietà” e collaboratore nell’amministrazione.

Anche i confini cambiarono pelle dopo il decreto fittizio del 1895. Sia a nord che a sud furono demarcati i limiti estremi e le nuove designazioni cambiarono volto alla tonnara (compresa la denominazione).

Una svolta epocale che sancì il passaggio verso l’ultimo periodo storico delle tonnare in ambito possessorio. Gli inizi del XX secolo furono contrassegnati dall’ingresso della famiglia Loreto che sfruttò la conduzione modernizzata. Un episodio triste e clamoroso avvenne nel 1914.

Un ragazzo di appena sedici anni venne investito dal colera (primo caso nella provincia di Siracusa) durante la diffusione dell’epidemia che colpì i pescatori provenienti da Catania.

In quel luogo si sono avvicendati uomini di spessore come i rais Accolla e Rossitto. Anche semplici e umili pescatori che vengono ricordati per la loro intraprendenza, il coraggio e la forza di volontà. Tra questi, meritano una menzione speciale i vari “Peppino Aeroplano” e Salvatore Parentignoti.

Di tutto questo rimangono i ricordi, i documenti scritti che affermano ogni passaggio sopra citato, l’affermazione economica della cittadina di Avola e un totale stato di abbandono.

L’incuria, a partire dal 1950 - anno della cessazione operativa della tonnara, è diventata protagonista di un luogo che meriterebbe una storia diversa.

L’epilogo triste, unito agli eventuali crolli possibili, è un dato di fatto che rimarca ancora una volta la mancata valorizzazione di un luogo colorato, con un mare fantastico e una cittadina stupenda.
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