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Un'oasi (magica) con 25 specie di orchidea selvatica: dov'è l'unico lago salato in Sicilia

Uno specchio d'acqua "senza fondo" che alimenta leggende e credenze, come l’esistenza nelle sue acque della mitologica "biddrina", un mostro preistorico

Roberto Mistretta
Giornalista e scrittore
  • 20 giugno 2024

Il Lago Sfondato

A vederlo dall’alto in mezzo al nulla sembra un’unghia di cielo che con le sue acque azzurre e scure si allarga nell’immensità di ex feudi, terra di pirrere di surfaru e di sale. Stiamo parlando di un unicum nell’isola.

Un lago salato che si trova sperso nelle campagne del nisseno, nella Riserva Naturale "Lago Sfondato" a pochi chilometri dal paese di Marianopoli.

La riserva, che si trova alle pendici del Monte Pertichino, in contrada Mimiani, venne istituita dalla Regione Siciliana nel 1997 e fu poi affidata in gestione a Legambiente.

Qui, in quest’oasi di biodiversità, dove in primavera il seminato verdeggia e la nipitella rifulge tra iris e mandragore, si può ammirare questo lago senza fondo che alimenta leggende e credenze, come l’esistenza nelle sue acque della mitologica biddrina, un mostro preistorico presente anche in molte sculture marmoree dell’isola dove si trovano fonti naturali di acqua.

Una sorta di mostro di Loch Ness, un rettile lungo oltre dieci metri che richiama un’enorme biscia d'acqua con squame crostose e fauci così grandi da inghiottire pecore e perfino uomini.
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E anche la nascita del lago era circondata da un alone di mistero. I racconti dei pastori tramandati di padre in figlio narravano di un giorno senza tempo in cui pecore e agnellini belavano impauriti al rumore sordo e cupo della terra. Quando la gente si era precipitata a vedere, aveva trovato un budello scuro.

In un attimo il nulla aveva inghiottito rocce e bestie facendo nascere da quel gorgo assolato un bellissimo lago. Qui, dove tra marzo e maggio il manto smeraldino della campagna sfuma in colline cerulee che si confondono nel riverbero del giorno e in lontananza si delinea la sagoma possente dell’Etna innevato, questo lago proprio non dovrebbe starci.

Che ci fa, viene da chiedersi, un lago salato in mezzo al nulla? È opinione diffusa ma infondata che lo sprofondamento e la formazione del Lago Sfondato sia stato causato dagli scavi effettuati alla fine dell'1800 per costruire la galleria ferroviaria di Marianopoli che, ancora oggi, è la più lunga dell'intera regione.

La leggenda popolare di cui prima abbiamo dato un cenno, narra inoltre che il lago, vista la sua profondità, sia in collegamento diretto con il mare e che nelle sue acque viva appunto la biddrina, l’enorme mostro con le sembianze di una biscia. In modo molto più pragmatico, la formazione del lago è stata documentata dal Marchese Antonio De Gregorio Brunaccini: «Nel novembre del 1907 è accaduto nello interno di Sicilia, tra Marianopoli e Santa Caterina di Villarmosa, un fatto meritevole di non essere trascurato.

Nella località Mimiani (alla quale si perviene da Marianopoli in circa tre quarti d’ora cavalcando al passo), si sprofondò a un tratto una cospicua zona di terreno tra il fiume che scorre tra Mimiani e Trabona, in una pendice ubertosa, di proprietà del Barone Lo Monaco.

Lo sprofondamento della parte alta circa 30 metri; della bassa circa 20 metri. Si formò un laghetto che le di cui sponde hanno una larghezza di circa 100 metri. La parte fonda del lago ha un diametro di circa 30 metri, oltre il quale il fondo viene gradatamente in su a montare sino alle sponde che formano un cerchio di circa cento metri di diametro». (Formazione di un nuovo lago minuscolo a Mimiani, Il Naturalista Siciliano 1910).

Il lago, ovviamente, non ha nessun collegamento col mare e la sua salinità è dovuta alla presenza di salgemma che ha eroso lo strato di rocce superficiali, provocandone il collasso, da cui il boato notturno udito dai pastori della zona e la cui identità s’è persa nel tempo. Ha una superficie di circa 3400 mq, un perimetro di oltre 200 m e una profondità massima di una ventina di metri.

Il suo livello è costante anche in piena estate, da qui la certezza che esso sia alimentato da sorgenti perenni. Qui, in quest’area protetta, sono state censite oltre trecento specie di piante, tra cui la Gypsophila arrostii, l’Iris pseudopumila, la Pimpinella anisoides. E anche l'euforbia rigida, dal potere sedativo, detta volgarmente "Rizzitiddu".

E secondo un'antica consuetudine tramandata dagli agricoltori della zona, tale pianta veniva utilizzata per catturare le anguille nel vicino fiume Salito. Le radici delle piante con il loro lattice disciolto nell'acqua stordivano le anguille che, salendo in superficie, venivano catturate facilmente, a mani nude.

E, soprattutto, qui si trovano ben venticinque specie di orchidee selvatiche, fra cui Serapias parviflora, Orchis papilionacea, Orchis parviflora, Ophrys panormitana, Ophrys exaltata. E anche l’Ophrys phryganae, orchidea che era ritenuta dubbia per la Sicilia. Il lago, insomma, nonostante la sua salinità svolge un ruolo cruciale nella diversificazione della flora, ospitando diverse specie adattate a tollerare l’elevata salinità.

Nelle sue acque, ad esempio, vivono delle macroalghe. E che dire della fauna? L’area ospita una ricca comunità di anfibi e rettili. Numerosi sono anche gli uccelli che nidificano nel folto del canneto che circonda il lago, come il Beccamoschino, la Folaga, la Gallinella d’acqua, il Tuffetto, l’Usignolo di fiume.

Durante il periodo delle migrazioni vengono attirati dal suo specchio d’acqua anche gli aironi cenerini che qui si fermano a sostare. Non mancano neppure i rapaci come il gheppio o i falchi e, nelle ore notturne, risuonano i richiami di barbagianni e civette.

Inoltre si trovano le altre specie proprie del territorio come il coniglio selvatico, la lepre, il porcospino, la volpe. E poi libellule e farfalle.

Ben sessanta le specie di farfalle qui presenti su un totale di poco più un centinaio di specie della fauna siciliana. Alcune sono di gran valore naturalistico, altre per la prima volta sono state segnalate nella Sicilia interna.

È possibile visitare l’area protetta esclusivamente se accompagnati dal Personale della Riserva Naturale o dalle Guide autorizzate dall’Ente gestore e previa prenotazione da effettuare contattando i seguenti recapiti: 0934 564038 o al 329 8620594. Si può anche scrivere una mail a lagosfondato@legambienteriserve.it

L’accesso alla Riserva e alla pista di avvicinamento è consentito esclusivamente a piedi. Per le visite guidate nei giorni festivi occorre prenotare con almeno una settimana di anticipo.
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