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Un luogo (magico) a strapiombo sul mare in Sicilia: se vieni qui non vuoi più andare via

Un percorso a tratti impervio che offre scorci impareggiabili dell'isola. Vi portiamo tra i sentieri percorribili di questo posto pieno di storia e natura selvaggia

  • 16 gennaio 2023

La timpa di Acireale

Quando la natura dà spettacolo bastano una giornata di sole e un paio di scarpe da trekking per riempirsi gli occhi e respirare i profumi di una straordinaria macchia mediterranea: visitare la Riserva Naturale Orientata “La Timpa” di Acireale è un’esperienza che non può mancare nel bagaglio di un attento visitatore della Sicilia.

Istituita dalla Regione nel 1999 per la tutela e la valorizzazione di un immenso patrimonio naturalistico di fauna e flora etnea, la Riserva appartiene all'antico Bosco di Aci che occupava nei secoli scorsi un ampio territorio del versante orientale dell'Etna e di cui oggi rimane, ahimè, ben poco.

Una scarpata (questo è, nel nostro meridione, una “timpa") a strapiombo sul mare, scandita da terrazzamenti, sentieri nascosti da muretti a secco, grotte di roccia vulcanica, sorgenti d'acqua dolce, una fortezza, un mulino ad acqua, piccole spiagge di sassi: queste e molte altre sono le meraviglie di un percorso che unisce cultura e fascino, raccontando nelle diverse stratificazioni laviche secoli di storia del nostro Vulcano.
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Un vasto promontorio roccioso, dunque, che precipita nel tratto del mare Ionio tra Acireale e Catania ed è in gran parte così impervio da rimanere (per fortuna) un ecosistema incontaminato e offrire riparo a esemplari di una fauna selvatica piuttosto rara come la testuggine terrestre, l'airone cinerino, il martin pescatore, il falco pellegrino ma anche a farfalle dagli splendidi colori come l'Aurora, uccelli come l’assiolo dal melodioso “chiù”, protetti da un inestricabile intreccio di arbusti, cespugli sempreverdi e specie arboree poco diffuse (e preziose), come il Tè siciliano e il Gelso da carta di origine giapponese.

Il tratto di Timpa più agibile per secoli è stato la mulattiera su cui i muli trasportavano le merci da Acireale al borgo marinaro di Santa Maria la Scala, un tempo porto mercantile.

Oggi è un sentiero (via Tocco), gestito da Legambiente, poco meno di un km da percorrere a piedi in un'ora circa (fermandovi a bocca aperta ad ogni scorcio di panorama mozzafiato!), un luogo prediletto dagli innamorati che ha anche un nome romantico: le Chiazzette (Piazzette).

Partiamo dalla barocca piazza Duomo di Acireale e percorriamo la via Romeo da dove, attraversato un ponte costruito sulla ss114 (la via Nazionale che conduceva da Catania a Messina), raggiungiamo l'ingresso alla suggestiva via Tocco che attraverso sette tornanti e relative piazzette ci condurrà fino al mare. Il nome di questa via merita una digressione.

Intorno alla metà del ‘500 un Viceré spagnolo fece porre un cannone in cima al dirupo roccioso della Timpa, a difesa del territorio dalle incursioni della pirateria: un tocco di quel cannone avvertiva di eventuali sgraditi arrivi. Da qui “‘u toccu” rimase nel nome del sentiero, a futura memoria della Storia siciliana.

Intorno a quel cannone nel ‘600 fu poi costruita la Fortezza del Tocco, un bastione che è un vero colpo d'occhio trovarsi di fronte sulla prima rampa, a dominare dall'alto la Riserva. Ci accolgono, all'ingresso, alcuni esemplari di robinie, un’edicola dedicata alla Madonna e, poco più avanti, un maestoso platano di oltre centocinquanta anni. È d'obbligo una sosta per godere della spettacolare vista del mare sottostante.

Tornante dopo tornante, scendiamo tra fichidindia, euforbie, mirti e capperi fino alla quarta rampa delle Chiazzette che ospita la deliziosa chiesetta ottocentesca del SS. Crocifisso della Buona Nuova.

Arrivati al settimo e ultimo tornante, il dilemma è se proseguire dritto e approdare direttamente alla piazza principale di Santa Maria la Scala o girare a destra e incamminarsi per uno stretto sentiero (non agevolissimo) che si snoda con ben diciotto curve, fino all'arrivo nel piccolo borgo al piazzale del Miuccio, una sorgente d'acqua dolce accanto alla quale cresce una ricca vegetazione acquatica edibile come la Veronica, il Sedano e il Finocchio d'acqua.

Vi suggeriamo di optare per questo secondo percorso che vi consente di godere delle incantevoli bellezze del luogo.

Affacciatevi alla ringhiera del piazzale: sotto di voi c'è la scogliera che invita a saltare da uno scoglio all'altro per arrivare a sfiorare l'acqua di questa spiaggia aspra e selvaggia.

Regalatevi una sosta, seduti su una pietra a guardare il mare, in silenzio. Non importa che sia estate o inverno, in tutte le stagioni questo posto è magico.

Alle vostre spalle il Mulino Testa dell'Acqua, alimentato da una delle numerose sorgenti e in funzione fino a non molti anni fa, macinava dell’ottimo grano locale. Da qui, basterebbe un quarto d'ora di passeggiata per una visita panoramica di tutto il borgo che si snoda lungo un unico stretto lungomare, ammirando le belle case ottocentesche di villeggiatura, la piazzetta con la Chiesa Madre, lo Scalo Grande, come è chiamato il porticciolo.

Ma non sarà facile limitarsi a questo. Molti stranieri, soprattutto artisti, arrivati per un breve vacanza, si sono stabiliti a Santa Maria la Scala perché (per una sorta di incantesimo?) chi arriva qui non vuole più andarsene. Qualcosa lo trattiene, lo spinge a sostare e trovare pace in questo pugno di case, tra gente semplice, fuori dal tempo.
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