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Un "Cinecittà" anche in Sicilia: dove sorgerà il nuovo (e immenso) villaggio del cinema

Il "Sicily Integration Village" è pronto a partire con tante attività legate all'arte cinematografica, tra cui il Festival Internazionale del Cinema del Mediterraneo

  • 21 maggio 2021

Uno scorcio della sede del Sicily Integration Village (foto di Lucia Pulvirenti)

Nasce da una profonda riflessione umana il nuovo progetto del regista Alfredo Lo Piero, condiviso con il musicista e imprenditore Vincenzo Mannino.

Entrambi siciliani, da sempre operano nell’ambito artistico e culturale non distinto dall’ambito sociale, declinato in diversi livelli.

Nasce così il progetto, appena lanciato ma al quale si lavora da diversi mesi, Sicily Integration Village (SIV) che farà rivivere un antico casolare agricolo, con relativo terreno intorno, attraverso l’Arte a 360 gradi.

«Dopo la lavorazione del mio ultimo film “La libertà non deve morire in mare”, per il quale ho avuto l’opportunità di vivere, nel vero senso della parola, il dramma e il trauma delle migrazioni ho pensato, nei lunghi mesi di pandemia, di dover fare qualcosa al fine di sensibilizzare la società su questi temi.

Il mio entusiasmo e la mia idea sono stati da subito condivisi da Vincenzo Mannino che, come me, è molto sensibile ai temi del sociale, provenendo da una famiglia che da sempre si è adoperata al servizio del prossimo».
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Il Sicily Integration Village porterà a nuova vita, è il caso di dire, i 1.500 metri quasi di casolari rurali presenti nella piana di Catania, insieme ai 25 ettari di terreno che costituiscono l’antico podere della famiglia Mannino, sin dal 1750 circa.

Parafrasando il celeberrimo Cinecittà, la sede della produzione cinematografica nazionale per antonomasia, il Cine CT gioca sullo stesso principio, puntando a diventare, in breve tempo, se non realtà concorrenziale, centro di produzione rurale-artistica all’avanguardia.

«Lavoriamo al progetto da mesi e finalmente, dopo aver portato all’antico splendore il podere siamo pronti a partire con le nostre attività.

Il nostro obiettivo è mettere in sinergia la cultura e la tradizione siciliana, che proprio nella coltivazione della terra ha costruito importanti fondamenta, con le altre culture legate al Mediterraneo ma non solo, convinti che siano questo un importantissimo collante tra i popoli».

In programma ci sono già tante attività legate certamente all’arte cinematografica e non solo.

«Contiamo per fine settembre, pandemia permettendo, di poter inaugurare con un grande evento, nel rispetto sempre delle norme per il contenimento del Covid, e dare inizio alle attività. Abbiamo in programma l’introduzione di un Festival Internazionale del Cinema del Mediterraneo che accoglierà pellicole da tutto il bacino.

E poi ancora un progetto in collaborazione con Mirko Miceli, presentato già al Festival di Berlino, il Sens Exchange Project, che conta sulla produzione audio visiva con fini sociali di integrazione tra normodotati, non vedenti e no udenti.

Inoltre accoglieremo famiglie provenienti da altre nazioni con le quali scambieremo la cultura tradizionale siciliana, anche quella legata alla coltivazione della terra, con le arti.

Il nostro obiettivo, soprattutto in questo momento storico, è quello di ripartire creando un polo di attrazione anche a livello internazionale.

Inoltre la posizione dove sorge il Sicily Integration Village, vicino al quartiere Librino di Catania e anche al carcere di Bicocca ci offre l’opportunità di mettere in campo una serie di attività e proposte, per le quali abbiamo già avviato delle interlocuzioni, sempre a sfondo sociale.

Ci tengo a precisare che tutto il nostro lavoro è frutto delle nostre energie e senso di condivisione che vogliamo condividere con il prossimo».
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