STORIE
Un Barone e la palestra ferma nel tempo: "a duello" con il Maestro d'Arme di Palermo
L’architetto Gaetano Tornabene dei Baroni di Caponero è un architetto di mattina e un maestro nel pomeriggio, con più di 50 anni di pratica e oltre 18.000 allievi istruiti
Le due armature all’ingresso della palestra del Barone Gaetano Tornabene
Mi fido, la conosco da una vita, e mi reco immediatamente in via Antonio di Gregorio. Entro nella struttura convinta di trovare attrezzi luccicanti, ragazzi palestrati, macchine di ogni tipo e un campione pieno di se e borioso.
Niente di tutto questo, varcando quella soglia, sento di attraversare un portale del tempo, saranno state le grandi armature all’ingresso, il tappeto antico, la sedia stile trono, e un autentico aristocratico che mi riceve.
L’architetto Gaetano Tornabene dei Baroni di Caponero è un architetto di mattina e un maestro nel pomeriggio, con più di 50 anni di pratica, oltre 18.000 allievi istruiti, conoscenza di 24 stili diversi di Arti Marziali provenienti dal sud est Asiatico all’Europa (tra cui kickboxing, muay thai, combattimento da strada, jeet kune do, silat indonesiano, bastone da passeggio della tradizione nobile italiana, scherma storica e medievale).
È un luogo veramente singolare, pieno di stampe, foto di atleti, premiazioni, immagini di combattimento, una lavagna con alcuni punti che attingono più alla pratica meditativa che a quella sportiva, teste femminili con cappelli, giocattoli e cavalli a dondolo per bambini.
Questi oggetti servono a ricordare, mi dice, che «esistono tre forze nell’uomo: positiva, negativa e riequilibrante, così come la parte maschile femminile e infantile che danzano insieme».
Sono incuriosita dai Bastoni da passeggio e dalla Scherma Storica. I bastoni ben visibili nella palestra, mi spiega che sono "Bastoni Animati", all’interno nascondano una lama affilata. Mi mostra il suo utilizzo, sono stupita e incuriosita, ogni colpo con queste armi risponde a precisi movimenti frutto di studi su libri antichi.
Mi è chiaro a questo punto che sono alla presenza di un autentico Maestro d’Arme, grande studioso e autore di articoli, come quelli che sta pubblicando in una rivista per il Circolo Bellini, di cui è socio, e che hanno come argomento il Duello.
Mi dice: «Trasmetto, nella mia attività di Maestro, i grandi valori volti alla Difesa, all’Onore, alla Parola Data, Dignità, Difesa della Famiglia e della Donna Amata».
Riguardo alla Scherma Storica, Antica e Tradizionale leggo che appartiene a una ricostruzione antecedente alla codifica della scherma sportiva, ed è basata su antichi manuali. Molto diversa, quindi, dalla Scherma Sportiva Agonistica, che ha «perso il senso dell'uso dell'arma come se fosse vera e affilata» e diversa anche da quella coreografica e rievocativa.
L’arte della Scherma Storica, che dopo il 1500 con l’introduzione delle armi da fuoco sarà relegata a uso privato di Gentiluomini e Aristocratici, si fonda sul principio del "toccare senza essere toccati", e deriva dall’insegnamento dei Maestri e dei Trattati d’Arme codificati in oltre sette secoli di storia, facendola diventare l’Arte Marziale Italiana.
Mi tornano in mente scene viste in film, studiate nei libri di storia o nei trattati medievali e rinascimentali. Inevitabile il discorso sul Duello, dove oltre alla difesa dei valori prima citati, potevano esserci tra le motivazioni anche la conquista a una Femme Fatale, la scalata a cariche pubbliche o per onorare la parola data per debiti di gioco.
Sento che questo Nobile, d'animo e di nascita, sta incrinando la forza che come donna mi sono costruita in questi anni, improvvisamente sento quasi il bisogno di ricevere protezione, garbata premura, come una volta usavano i Cavalieri "nell’Amor Cortese".
Gaetano Tornabene, mi dice che fu prima il padre a portarlo in palestra all’età di sei anni dal Maestro Pandolfini, ma la passione nacque con il nonno a dieci anni, passeggiando nell’antica villa di famiglia del 700, dove fu girato il “Gattopardo”.
Il nonno raccontava di come un loro antenato riuscì ” a guadagnare lo stemma combattendo nella prima crociata, l’unica volta che Gerusalemme fu presa con le armi”, poi con i racconti di famosi duelli, colpi segreti tramandati da maestro ad allievo, epici scontri.
“Il suono di quel tintinnio” rievocato con quelle storie, lo conquisterà, il suo studio su queste discipline non sarà solo dal punto di vista sportivo ma “antropologico”.
Chiedo alla fine di questo incontro se basta la preparazione fisica, spirituale e storica, mi risponde che serve anche un corpo efficiente e scolpito, organi e mente devono rispondere al meglio, condizione possibile solo con un specifico regime alimentare.
Esco dalla palestra in uno stato ipnotico, il mondo fuori mi sembra misero e banale, vorrei quasi nascondermi in un angolo per assistere a queste lezioni, per sentire raccontare di duelli famosi, per immaginare un mondo fatto di valori ormai scomparsi.
Ripenso al “nostalgico Ariosto” che nelle ottave del “ Furioso” immaginava che le armi dal rumore del tuono, capaci di trapassare le corazze e soprattutto colpire ingannevolmente da lontano, potessero sparire in fondo al mare, perché “nessuno più possa valersi di questo strumento vile e di origine infernale”. Nell’Opera le armi gettate, saranno recuperate dagli abissi, e riportate in circolazione dalle popolazioni europee. Dice il poeta che i combattimenti da allora in poi saranno senza più gloria e senza onore.
Ed è intorno a questi due concetti che continua l’attività educativa e storica del Maestro di Arti Marziali e Maestro d’Arme Gaetano Tornabene.
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