AMBIENTE
Un arcipelago di laghetti tra i boschi: il paradiso nascosto del monte Sambughetti
Tutelato da una Riserva Naturale Orientata sin dal 2000 è un angolo di Sicilia di straordinaria bellezza e unicità: andiamo tra fitti boschi e stagni con le tartarughe
Uno scorcio del paesaggio su Monte Sambughetti
Tutelato da una Riserva Naturale Orientata sin dal 2000, quest’area custodisce alcune delle zone umide d’alta quota più importanti della Sicilia.
Posizione geografica ed orografia fanno di questo massiccio un vero e proprio condensatore naturale: l’aria umida che risale dal Tirreno condensa in nubi e viene scaricata al suolo sotto forma di piogge o neve sui versanti della montagna.
La geologia del terreno poi, caratterizzata da argille e arenarie quarzose (essenzialmente rocce poco permeabili), fa sì che le acque meteoriche si accumulino in vallette e depressioni, dando vita ad una grande quantità di laghetti e stagni d’alta quota.
L’acqua del Sambughetti del resto ha abbeverato per secoli gli abitanti delle vicine Nicosia e Sperlinga, mentre la sua neve, stipata dai nevaroli nelle neviere, ha contribuito ad alimentare per decenni il commercio del ghiaccio in tutta la Sicilia. Per godere appieno della straordinaria bellezza di questo angolo di Sicilia, conviene lasciare la macchina nei pressi di un cancello della Forestale, presso la ventosa Sella del Contrasto (1107 m).
Questo invaso, di origine semi-naturale -un argine rialzato in terra è stato costruito in tempi recenti per aumentarne la volumetria-, ha forma circolare ed è incastonato in un fitto bosco di conifere, pioppi e querce, in scenografica posizione subito sotto l’aguzza cima di Monte Campanito (1512 m).
Più in alto, sempre lungo la trazzera, si trova invece un secondo laghetto, che ha dimensioni inferiori. Questi ambienti costituiscono l’habitat naturale di una cospicua colonia di tartaruga palustre siciliana (Emys orbicularis), la cui osservazione, soprattutto nei mesi estivi, potrebbe però essere resa difficoltosa dal verde strato della lenticchia d’acqua.
Niente paura, sulle sponde del laghetto principale alcune sedute realizzate dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali offrono l’opportunità di mettersi comodi per beccare, con molta pazienza e scrutando per bene tra la vegetazione, qualche tartaruga fare capolino.
Le meraviglie del Sambughetti non si fermano qui: i più allenati possono proseguire per il sentiero che, dopo il laghetto più alto, si arrampica verso la sella (1473 m) tra Monte Campanito (sulla sinistra) e la cima principale (1558 m; sulla destra). La vegetazione cambia repentinamente, querce e conifere cedono il passo alla faggeta, qui relegata ad alte quote.
Seguendo il sentiero verso nord-ovest, si raggiunge in circa mezz’ora di cammino la cima di Monte Sambughetti, mentre con una deviazione a nord-est si può visitare la “grotta ri nivarula”, un enorme ambiente scavato all’interno di un grosso blocco di quarzarenite che serviva ai nevaioli per stipare la neve durante i mesi invernali.
I più allenati, sia dalla cima del Sambughetti che dalla sella di quota 1473 m, possono continuare sulla pista della Forestale proseguendo verso nord-ovest in uno splendido percorso ad anello che porta, dopo qualche ora di cammino, al bellissimo Bosco della Giumenta.
In un ambiente umido, pieno di muschi e licheni, faggi, cerri e querce disegnano uno dei più bei polmoni verdi della Sicilia. In questa zona tra l’altro è possibile osservare alcuni alberi di sambuco da cui deriverebbe il nome della montagna.
Questa ed altre curiosità possono essere scoperte visitando il vicino Museo Multimediale della Montagna Siciliana, situato in contrada San Martino, sul versante meridionale del massiccio.
Aperto sabato e domenica (spesso su prenotazione, basta chiamare il numero 0935 647344) il museo è un vero e proprio gioiellino sia dal punto di vista espositivo che didattico.
Cinque sale dedicate alla flora, alla fauna, alla geologia e alla cultura della montagna, in un percorso denso di informazioni scientifiche e soprattutto ricco di installazioni interattive e multimediali, perfette per un pubblico giovane.
Video, audio, ma soprattutto pareti e pavimenti interattivi guidano il visitatore in un vero e proprio percorso sensoriale, che ci ricorda lo stretto legame tra l’uomo e la montagna in una regione che sembra essersene dimenticata.
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