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Un antico santuario nasconde segreti (e storia): sei in Sicilia, nell'antica Rocchicella

Un importante centro di culto per i popoli indigeni della Sicilia prima dell’arrivo dei Greci, che continuò a essere venerato anche dopo il loro arrivo. Vi ci portiamo

  • 22 febbraio 2025

L'antico sito di Palikè in Sicilia

La Sicilia è un’isola ricca di luoghi protagonisti della storia, di eventi gloriosi e custodi di misteriose leggende. Un’area archeologica spesso dimenticata ma che racchiude segreti e memorie di una civiltà che ha lasciato segni indelebili della propria maestria è quella di Palikè.

L’area archeologica di Palikè sorge in località Rocchicella, su un contrafforte basaltico a ridosso della vallata del fiume Margi, nei pressi di Palagonia, da cui dista circa 1 km, sebbene dall’inizio del '900 sia stata annessa al territorio del Comune di Mineo. Palikè rappresenta uno dei siti più significativi legati alla civiltà sicula e greca nonostante i riflettori non si siano ancora focalizzati su di essa.

In molti la sconoscono nonostante vivono a pochi chilometri di distanza. Bisogna semplicemente riflettere sul fatto che questo luogo, un tempo, era considerato il centro religioso dei Fratelli Palici (figli di Zeus e della Ninfa Talia) due divinità gemelle venerate dai Siculi, protettori della fertilità e delle acque termali, nonché garanti dei giuramenti.
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Di loro abbiamo già parlato e per questo motivo sarà utile analizzare l’area archeologica per comprenderne l’importanza storica. Gli scavi effettuati a partire dal 1995 dalla Soprintendenza BB.CC. AA.

Di Catania, hanno portato alla luce i resti di una città databile al IV sec.a.C. e hanno individuato, davanti alla la grotta che si apre ai piedi dell’altura, strutture architettoniche (in gran parte attribuibili al santuario) e livelli antropizzati databili ad un periodo compreso tra il paleo-mesolitico e l’età sveva.

Rocchicella è stata abitata fin dai tempi più remoti, pensate a quanti personaggi valorosi, lottatori prodigiosi e dame hanno calpestato questa terra oggi dimenticata.

Intorno alla metà del V sec.a.C. nell’area davanti alla grotta viene realizzata una monumentale sistemazione a terrazze che comprende nel punto più alto un hestiaterion (edificio per banchetti) e nelle terrazze inferiori due stoai (portici con locali di servizio).

I resti di Palikè presenti sull’altura delimitati da un muro di cinta in tecnica a telaio sono databili al IV sec. A.C. e appaiono come una ricostruzione seguita ad una violenta distruzione di quella che doveva essere la Palikè di Ducezio della quale viene mantenuto l’impianto urbanistico regolare.

Secondo quanto si evince dai resti, il santuario di Paliké era un importante centro di culto per i popoli indigeni della Sicilia prima dell’arrivo dei Greci e continuò a essere venerato anche durante la dominazione greca e romana.

Il culto dei Palici perse successivamente importanza, fino a essere dimenticato con l’affermarsi del Cristianesimo. Oggi l’area archeologica di Paliké è un sito di grande valore storico e culturale, anche se ancora poco valorizzato rispetto ad altre aree della Sicilia.

Studiosi e appassionati di archeologia continuano a esplorare il sito per comprendere meglio la religione e la cultura sicula prima dell’influenza greca.

Ovviamente l’accesso è libero a tutti coloro che viaggiano alla scoperta della propria terra. L’area di Palikè è di fatti protagonista di domenicali giri in moto.

I viaggiatori o turisti che si vogliano chiamare, si lasciano cullare dalla natura, immersi nelle campagne ed estasiati dal profumo della zagara, spinti dalla curiosità di scoprire sempre più i luoghi degli antenati.
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