ITINERARI E LUOGHI
Tutti possono essere santi ma lui fa miracoli: il mistero della statua in un borgo in Sicilia
Ogni città ha le sue tradizioni, ogni popolo la sua devozione, ogni comunità chiede aiuto e protezione a questo santo considerato "miracoloso". Vi diciamo perché
Il simulacro di San Sebastiano a Melilli
Ed è ciò che si tramanda da generazioni sul culto di San Sebastiano in Sicilia ed in particolare nel paese di Melilli in provincia di Siracusa. In questi giorni in cui il calendario liturgico ricorda il martirio del santo vogliamo raccontarvi la storia della statua che da oltre seicento anni è venerata a Melilli.
Siamo nel 1414 e la storia racconta che una nave era naufragata sull’isola Magnisi. Si gridò al miracolo perché non ci furono vittime. Per molti questo fatto era avvenuto perché a bordo della nave c’era una cassa che conteneva la statua di San Sebastiano.
Ma nonostante ogni tentativo nessuno riuscì a sollevare quella cassa, diventata improvvisamente particolarmente pesante. Fu anche organizzata una processione con il vescovo di Siracusa per prendere la statua e portarla nella sede arcivescovile.
Era il primo maggio del 1414 e secondo quanto tramanda la leggenda, soltanto gli abitanti di Melilli riuscirono a sollevare il simulacro e a trasportarlo in processione fino al paese.
Questo fu visto come un momento di ulteriore prodigio per il paese. La piccola statua del santo venne sistemata nella grotta chiamata Carcarella.
Ma questa doveva essere una collocazione momentanea perché si voleva portare la statua nella chiesa Madre. Anche stavolta però ogni tentativo fu vano: la statua divenne nuovamente pesante.
Il popolo allora capì: il santo voleva un culto speciale in quel posto, in una chiesa espressamente a lui dedicata. Si racconta anche che la chiesa che ospitava la statua venne distrutta dal terremoto del 1693. Soltanto il simulacro di San Sebastiano rimase intatto.
Tra leggenda e verità, esistono diversi testi, un documento in particolare conservato negli archivi della Chiesa, che racconta questi fatti. Dunque cosa è rimasto oggi? A Melilli in memoria di quei prodigiosi eventi ogni anno il 4 maggio si celebra San Sebastiano, tra fede, folclore e grandi tradizioni.
Migliaia di pellegrini provenienti da ogni comune della provincia si mettono in cammino, a piedi, per raggiungere Melilli nel cuore della notte. Si chiede una grazia al santo, una protezione.
E in molti attribuiscono ancora oggi alla sua intercessione piccoli miracoli. Credenti o no, dunque, questa è comunque una storia che affascina. La statua viene collocata sull’altare maggiore della chiesa dedicata al santo.
Poi portata in processione per il paese. In questi giorni di gennaio la festa liturgica dove in tanti raggiungono la chiesa per pregare davanti la statua di San Sebastiano.
Il culto per il santo martire è molto radicato in Sicilia, tanto da essere compatrono di varie città e comuni. Soprattutto perché in molti lo considerano miracoloso.
Nel Cinquecento, ad esempio, fu invocato contro l’epidemia della peste. Ad Acireale il culto è molto sentito: a gennaio c’è “A festa ranni” con il fercolo settecentesco trainato a braccio dai devoti "scalzi", ricordando l’alluvione del 1682.
Se volete conoscere le tradizioni legate al culto di San Sebastiano basta recarsi allora, in questi giorni, ad esempio in provincia di Siracusa, a Ferla, Avola, Melilli, Palazzolo Acreide, in alcuni comuni della provincia di Catania o in provincia di Messina.
Ogni città ha le sue tradizioni, ogni popolo la sua devozione, ogni comunità chiede aiuto e protezione a questo santo considerato "miracoloso".
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