ITINERARI E LUOGHI
Tra le sue "stratuzze" viaggi nella storia: dov'è la Cadda, (insolita) Cittadella di Sicilia
Una passeggiata tra i vicoli della vecchia Giudecca, seconda per importanza storica solo a quella di Palermo. Un quartiere da scoprire a passo lento
Sciacca
Chissà cosa si cela dietro alla Cittadella?
È prematuro parlarne, manca poco e il mistero verrà svelato. Una “salitella leggera” confonde i pensieri, l’insieme di case racconta intense storie umane. Siamo alla vecchia Giudecca di Sciacca, per importanza dietro solo a quella di Palermo (almeno dicono così).
La dominazione romana cedette il passo agli Arabi e, successivamente, sviluppò con i Normanni. Fuori dalla cinta muraria presero forma tre sobborghi, uno di questi era la Cadda. Angoli perforati da vicende sanguinose, miste a lotte disumane che hanno caratterizzato nel tempo questo insolito luogo.
Sì, insolito per diversi motivi.
A partire dal 1295 quando si parlava della presenza di ebrei, definiti come “uomini senza cuore”, “nemici di Dio e dell’umanità” o “portatori di rovine”. Come in molti casi, del resto, le fonti danno, approvano e tolgono certezze. Altri documenti attestano al 1340 l’influenza ebraica nel territorio, grazie a un certo Daniele di Lisa.
Gli ebrei dovettero contrastare i cristiani presenti nel “loro quartiere causa enfiteusi concessi”. Una “sorta” di faida “costruita a doc” da questi ultimi (cristiani). Tra accuse per molestie sessuali e crimini umani, furono perseguitati ripetutamente.
Prima con il re Martino I, poi con il prete Giovanni Planellario che giunse a Sciacca per controllare che gli stessi esibissero la “rotella rossa”. Per quale motivo? La distinzione, discorsi mai eliminati dalle menti disumane.
Fino a quando, nel 1443, re Alfonso concesse due privilegi (pro Judaicae terre Sacce) a favore della comunità.
La scoperta spazia dal cortile Cattano fino alle mura di Vega. Una bella scorpacciata che attraversa ambienti ormai trasformati. È legge non scritta dei cambiamenti.
Il visitatore prova a mescolarsi nel passato, cerca le vecchie sinagoghe. Una era nel cortile Cattano, l’altra a San Leonardo e un’altra ancora vicino all’attuale Porta Palermo sul lato Ovest. Rimane ben poco, ma l’intenso profumo arabo non tramonterà mai.
La data nefasta è il 1492. Mentre l’esploratore Cristoforo Colombo partiva a vele spiegate e scopriva l’America - re Ferdinando Il Cattolico, nonostante avesse ricevuto 3000 monete d’oro da parte degli ebrei per non essere molestati, decise di cacciarli. Partirono alla volta di Napoli, lasciando definitivamente la città.
La Cadda passò in mano ai cristiani. Verità o qualcuno, oltre ai 1280 che abbandonarono il suolo saccense, rimase sotto falso nome? Non possiamo stabilire con certezza l’accaduto.
Continuiamo la nostra scorribanda in mezzo agli abitati. Porte aperte, finestre colorate, sapori d’Arabia che tengono lontano i gusti tipici siciliani.
Il Quartiere Ebraico mostra i segni della diversità, teatro di uno stile ricco di sfumature. La concentrazione rimane alta, il rischio di rimanere intrappolati nelle tentazioni arabe è dietro l’angolo. Il vento supporta questo momento di smarrimento, lo porta via con sé.
La visita del quartiere non deve allontanare i curiosi dalla triste realtà. La conoscenza dei fatti accaduti è segno di riconoscenza verso un popolo martoriato. Un popolo che per un paio di secoli circa ha sofferto, sbagliato (in alcuni casi) e vissuto nella paura di perdere tutto. E il silenzio diventa l’arma per non dimenticare il passato.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
È uno dei più alti in Europa: dov'è (in Sicilia) il ponte "vietato" a chi soffre di vertigini