STORIE
Suona in tutto il mondo ma torna in Sicilia: Marco, il napoletano che "sceglie" Palermo
Non smette mai di viaggiare ed è innamorato della città siciliana, dove fa sempre tappa prima di ripartire e dove insegna, tra le altre cose, al Conservatorio
Marco Cappelli
«Suonavo un tantino meglio della media», così ricorda il musicista di chitarra classica. «A quei tempi c'era un grande fermento. Erano i tempi di Eugenio Bennato, "La nuova compagnia di canto popolare", Pino Daniele».
Trionfa la passione per la chitarra classica e per questo motivo studia presso il Conservatorio di Roma e poi, grazie ad un borsa di studio, studia a Basilea con il grande maestro Oscar Ghiglia.
In Svizzera suona "chitarra contemporanea" ed entra in relazione con diverse forme di scritture. «Volevo imparare a fare il professionista», questo è stato l'obiettivo di Cappelli durante i suoi primi anni di studi. Nei primi anni '90 si specializza nei linguaggi informali, partiture grafiche, improvvisazione.
«Suonavo sia da solo che in diversi ensemble europei come "Ensemble Dissonanzen" di Napoli» ricorda Cappelli. Scopre la "scena newyorkese" attraverso l'ascolto di dischi e grazie ad uno studio di registrazione a Cagliari.
Sul finire di questo decennio Marco Cappelli ottiene la cattedra di chitarra classica presso il Conservatorio di Palermo. Qui si innamora della città e della gente, Palermo è facile da vivere e il suo popolo è accattivante.
Marco incide il suo primo disco con "Teatro del sole" nel capoluogo siciliano. Un giorno, il chitarrista napoletano, scopre un disco diJohn Zorn dove Marc Ribot esegue 35 studi per chitarra.
«Mi procuro queste partiture dove non si capiva assolutamente niente». Cappelli cerca dove possa essere Ribot: «Lo incontro ad un concerto vicino Napoli, gli chiedo di darmi una mano a comprendere quelle partiture» racconta - lui è stato gentilissimo, dandomi tutte le spiegazioni».
Così Cappelli compie le prime registrazioni conquistandosi i complimenti di Marc Ribot che ad una presentazione lo introdue così: «Suona questi pezzi meglio di me». Ribot gli propone: «Perchè non vieni un po' a New York? Se vieni ti faccio conoscere un po' la scena (musicale)».
Fu un consiglio molto valido. «New York è un posto assolutamente speciale e nei primi anni del nuovo millennio decido di trasferirmi lì, prendendo un anno sabatico al Conservatorio di Palermo», Cappelli inizia a raccontare così la sua storia americana.
A New York Marco Cappelli svolge la professione di "musicista" a 360° in dei gruppi come "Italian Surf Academy", e "Italian Doc Remix", incidendo più di venti dischi.
A New York diventa padre di Alicia, unica figlia americana che cresce lì e che oggi suona il violoncello. «Vivevo a New York e viaggiavo per Palermo solo una volta al mese raggruppando le mie ore d'insegnamento di chitarra classica» racconta Cappelli.
E oggi che si è trasferito definitavamete a Palermo, la nostalgia dove la mettiamo? «New York è una città straordinaria che cambia in continuazione, bellissima dove si fanno incontri importanti, ma difficile da vivere, a volte stanca».
Ma perchè hai scelto Palermo? «Mi piace l'umanità della gente, i palermitani sono un po' così, come i napoletani, i miei compaesani. Palermo è una Napoli di trent'anni fa, Napoli in questi ultimi anni ha vissuto un'esasperazione dei fenomeni sociali».
Suonare per gli "Amici della Musica" in piazza Politeama con un "quartetto d'archi" è una delle cose più soddisfacenti ed emozionanti che Marco Cappelli ha vissuto nel suo rientro a Palermo di un anno fa.
Inoltre, Cappelli è un promotore di uno spazio per dare vita ad una scena musicale alternativa con una rassegna chiamata "La pietra lunare" per creare appunto un nuovo polo di aggregazione per musicisti creativi presso "Fabbrica 102" che si sta riempendo sempre più di nuovi palermitani curiosi. Tra i vari concerti previsti c'è quello in cui si esibisce insieme al cantante polistrumentista Valerio Morrone per un omaggio a Giorgio Gaber il 18 marzo alle 21.00.
Una rassegna presentata dall'etichetta discografica "41st Parallel Music Ltd". «Il 41° parallelo è quello dove si trovano sia Napoli che New York» spiega Marco, con uno sguardo che brilla di creatività.
Marco Cappelli, oggi, è anche uno dei musicisti che formano la band che accompagna il concerto di "Drusilla Foer" dove l'artista canta le canzoni incise nel primo e unico disco "Dru".
La prima esibizione è già avvenuta in tre serate al Blue Note di Milano. Cappelli sogna, mentre ha tre gruppi stabili a New York come "Marco Cappelli acustic trio", "Italian Surf Academy", "Italian Doc Remix"; quest'ultimo progetto vanta delle collaborazioni con Raiz (cantante degli "Almanegretta).
Lui stesso afferma che la sua è una «caotica vita musicale». Marco Cappelli ha scelto Palermo come la sua "città-base" da dove partire per girare tutto il mondo.
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