ITINERARI E LUOGHI
Su una rupe a 800 metri (ormai in rovina): cosa resta del castello vicino a Palermo
Sotto la dominazione musulmana visse un’epoca florida e di splendore economico. Allo stesso tempo e poi successivamente elevò la sua importanza militare
Il Castello Soprano a Corleone
L’entroterra siciliano ha fascino intramontabile, ricco di sfumature, dove storia e leggenda spesso corrono di pari passo. Tra le bellezze corleonesi da visitare - nelle possibilità concesse - senza ombra di dubbio non può mancare il Castello Soprano.
Raggiunta la zona periferica della cittadina, imboccare la salita di via San Michele Arcangelo e, dopo un paio di curve impervie, il centro abitato è alle spalle. Di fronte agli sguardi sorpresi, si erge un capolavoro tutto da decifrare.
Su uno sperone roccioso alto 861 metri, la storia ha fatto il suo corso e… percorso. Ecco affiorare le ipotesi, forse troppe, del castello (ormai crollato) e della torre presente. Corleone, ha profonde origini bizantine.
Gli studi hanno sviluppato contesti storici diversi per quanto riguarda la torre e il castello. Quasi sicuramente uno dei due “Castra demaniali” era presente nel territorio a partire dal XIII secolo.
Alcuni storici affermano che il "Castrum Superioris" fu la prima fortezza edificata nella fase federiciana e andò in rovina già nel XVIII secolo Rappresentava un fortino di difesa e di controllo da parte del nuovo insediamento dai possibili attacchi nemici. Invece, la suddetta torre (origini saracene?) fu edificata nel IX secolo.
Di certo, al di là delle teorie, prevale l’imponenza di quest’ultima. È costituita da un volume cilindrico coperto da una sorta di cupola in muratura di pietra a secco (definita grezza per gli storici).
Spesso, dietro a ogni singola lettura bisogna accostare lo spirito di osservazione. Percorrere un centinaio di metri in mezzo alla natura è “severamente vietato”.
Imprudenza e disattenzioni possono costare caro. Messe da parti gli ostacoli, il panorama offre una visuale che ingloba l’intera comunità. Da lassù proviamo a proteggere l’intera collettività.
Siamo gli "angeli custodi immaginari" di un comune - quello palermitano - di cui nutriamo stima. La storia afferma che nel 1418 ci fu una grave frana che provocò la distruzione del quartiere di San Giuliano con la chiesa omonima e parte del castello stesso. Chissà se la montagna che univa i due "Castra" cedette in quell’istante.
Leggenda o verità? I racconti parlano di verità ineccepibili. Nel mentre delle letture storiche, lo sguardo prova a captare le ricchezze del territorio.
Le Gole delle Due Rocche meritano un capitolo a parte. Purtroppo causa siccità, attualmente "danno buca" alle intrepide attese dei visitatori. È l’incontro tra sporgenze naturali, architetture antiche e quartieri dai vicoli stretti.
La migliore forma di conoscenza. Cupole di chiese (erano un tempo 100), palazzi nobiliari e vecchie botteghe che catapultano le menti dei "meno giovani" a decine di anni fa.
Il Castello Soprano è un tesoro che merita riconoscenza, non abbandono. Ecco l’entroterra descritto nelle prime righe. Non bastano le foto, si deve agire nel bene comune.
Di tutti! Le parole alimentano le idee, i fatti (comprovati) portano benefici e il Castello Soprano attende, invano, che qualcuno si muova per salvaguardarne la sua integrità.
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