ITINERARI E LUOGHI
Si chiamano Erei e sono un vero capolavoro: un panorama (intatto) della natura siciliana
Le zone dell’ennese e del nisseno nascondono veri e propri tesori da "pubblicare" sotto forma d’immagini e racconti. Vi portiamo alla scoperta dei Monti Erei
Monte Altesina (foto di Davide Mauro)
Perché stravolgere la splendida considerazione di Camilleri? Colpa dei Monti Erei e dei misteri che avvolgono questa catena montuosa. Nonostante i siciliani (compreso i turisti) vadano matti per il mare, non mancano gli ambienti "montanari".
La cantilena da sempre recita così: Madonie, Nebrodi e Peloritani. Sbagliato.
I Monti Sicani, Erei, Iblei e, se possiamo, anche i Monti di Trapani e quelli di Gibellina (in questo caso trattasi di colline) fanno parte della ricca collezione siciliana.
Di origini difformi, gli Erei confermano quanto sia ancora inesplorato l’entroterra siciliano. Le zone dell’ennese e del nisseno - oltre alle caratteristiche ambientali - nascondono veri e propri tesori da "pubblicare" sotto forma d’immagini e racconti.
Percorso un tratto dell’autostrada A19 che da Palermo raggiunge la città di Catania, a un certo punto gli scenari cambiano volto. Eh, sì! Gli sguardi attenti notano una sorta di trasformazione.
Per quanto sia impagabile la bellezza delle coste siciliane, si entra in un territorio dalle forme e colori sensazionali. Zone desertiche in tinta paglia, forme rotondeggianti e… rilievi oggetto di studio. Manca poco e diventiamo i protagonisti “momentanei” degli “Heraei Montes” (in latino).
È un gioco di caratteristiche, che da sempre contraddistinguono la parte centrale e settentrionale della provincia di Enna. Per molti rappresenta il confine geografico che spezza in due la regione.
Un muro naturale con stradine, tornanti e il passaggio ferroviario nel bel mezzo di un contesto geologicamente instabile.
Ed ecco improvvisamente spiccare la vetta madre, quella di maggior riflesso dell’intera area: il Monte Altesina (1193 mt.).
La mancata orografia (compresa la serie di dorsali a pendii ripidi e coronate “spesso” da placche rocciose) è stata da sempre fonte di discussione.
Di chi precisamente? Chi sono costoro che hanno vivacizzato l’opinione pubblica per verificare o meno l’esistenza di questa catena montuosa? Tra un passaggio e l’altro è giusto dare atto e conoscenza.
Meglio approfondire durante un riposino (non guasta mai), magari "vivacchiando" con la mente alla ricerca del Simeto o prendendo spunto dell’intero patrimonio naturalistico.
È doveroso andare per gradi, seguire una logica consapevole. Nell’antichità classica furono (i Monti Erei) abbastanza celebrati.
Ebbero risalto insieme al laghetto di Pergusa (menzionato da Ovidio). Il primo a trattare la questione fu l’erudito Antonino Mongitore nel XVII secolo. Addirittura l’Altesina fungeva da raccordo tra le grandi regioni presenti nel periodo arabo: la Val Demone, la Val di Mazara e quella di Noto.
Tra i geografi (moderni) di spicco che hanno manifestato un certo distacco troviamo il Gambino e il Bertacchi. Se il primo si è "permesso" d’identificarli con il nome di “monti incerti” (in forma minuscola), il secondo addirittura li ha accompagnati al nome di Monti Sicani.
Anche lo studioso Ravelli si è limitato con un semplice ricordo. È curioso l’intervento “bizzarro” del geografo tedesco Fischer (Theobald?). Un vecchio cultore (vissuto nel XIX sec.) di ritocchi, storpiature e dimenticanze (volontarie) anche e durante i suoi approfondimenti orografici siciliani.
Addirittura si permise di eliminare i Monti Erei. Infatti li sostituì con i Monti Centrali. Di fronte a un impianto storico abbastanza incerto, una delle poche e valide soluzioni è quella di soffermarsi ad ammirare.
Il silenzio, fonte indiscussa di ricchezza, produce emozioni. Gli sguardi penetrano dentro un paesaggio unico.
Ne fanno parte i siti dichiarati Patrimonio dell’Unesco come Villa Casale. Poi, senza dimenticare l’area archeologica di Morgantina, le città di Nicosia e Piazza Armerina e il borgo di Sperlinga.
Gli Erei vanno vissuti in stretta relazione con l’ambiente circostante. Abbozzare un paragone è superfluo, inutile. Nonostante la provincia di Enna perde annualmente i suoi pezzi (emigrazione), i panorami rimangono intatti.
Perché solo chi ascolta la voce del mare e quella della montagna può comprendere la forza del mondo (William Wordsworth).
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