CRONACA
Si chiama «reddito di libertà»: è destinato alle donne (siciliane) vittime di violenza
Comuni, centri antiviolenza e case rifugio devono collaborare per presentare le domande alla Regione. Quali sono le spese ammissibili e i termini di presentazione delle istanze
È stato approvato l'avviso pubblico a sportello della Regione Siciliana per finanziare il «reddito di libertà» con l’obiettivo di sostenerle in un percorso di indipendenza economica ed emancipazione da contesti difficili e a volte di degrado o intraprendere, se possibile, un’attività di impresa.
La misura, pubblicata dal dipartimento regionale della Famiglia e delle politiche sociali, è diretta ai Comuni che, in sinergia con i Centri antiviolenza o con le strutture di accoglienza ad indirizzo segreto iscritte all’Albo regionale, vogliono avviare un progetto personalizzato in favore delle donne vittime di abusi e maltrattamenti, anche con figli minori o disabili, per favorirne l’indipendenza economica, l’autonomia abitativa, l’occupabilità o la creazione di un’attività di impresa.
Tra le spese ammissibili il contributo al pagamento del canone di affitto per abitazione o attività lavorativa, l’acquisto di attrezzature, arredi, materie prime, le spese di allaccio per le utenze, le polizze assicurative, le licenze, i permessi, le autorizzazioni.
Le risorse sul capitolo prevedono una disponibilità di 234.364,52 euro fino ad esaurimento dei fondi. Potrà essere richiesta una somma annua non superiore a 10 mila euro per ciascuna donna. Il numero di domande che ciascun Comune potrà presentare è indicato nell’avviso, i Comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore a 30 mila abitanti potranno presentare fino a 5 progetti personalizzati.
L'istanza di contributo dovrà rispettare le caratteristiche pubblicate nell'avviso dovrà essere presentata a partire dal 10 ottobre ed entro e non oltre il 31 ottobre 2022.
Le domande possono pervenire anche via posta elettronica certificata all'indirizzo dipartimento.famiglia@certmail.regione.sicilia.it
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