AMBIENTE

HomeNewsAttualitàAmbiente

Semplici eroi che restano in Sicilia: la storia del "polmone verde" di San Giuseppe Jato

I "babbaluci fuori dal guscio" decidono di lottare contro le avversità, preferendo creare o rifondare vecchie attività e continuando a vivere dove sono nati

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 12 maggio 2023

Il Parco Urbano di San Giuseppe Jato

La Sicilia storicamente viene considerata una terra d’emigrazione. Migliaia di giovani ogni anno infatti vanno lontano dall’isola, alla ricerca di maggiori chance lavorative e professionali. Nell’esodo di massa però che caratterizza la nostra regione, c’è chi resta.

C’è chi decide di lottare contro le avversità, preferendo creare o rifondare vecchie attività e continuando a vivere all’interno dei comuni in cui si è nati. Studiando, lavorando e creando nuove relazioni sociali, anche con i giovani dei paesi limitrofi, per raggiungere di comune accordo questo obiettivo: dimostrare che in Sicilia si può vivere dignitosamente, creando ricchezza all’interno del territorio.

Tra le comunità che più intensamente stanno vivendo questa ventata di cambiamento, che sta riportando i cittadini a desiderare di restare e d’intraprendere insieme un cammino socio- economico-culturale per migliorare le condizioni di vita della comunità, abbiamo San Giuseppe Jato, distante pochi chilometri da Palermo e gestita attualmente dai commissari straordinari Esther Mammano, Federica Nicolosi e Susanna Conte.
Adv
Il territorio di questo paese che sorge alle pandici del Monte Jato il più delle volte viene associato a tragiche questioni di mafia e allo spopolamento, ma a conti fatti oggi si dimostra anche fra quelli più attivi per riportare la legalità al centro del dibattito pubblico.

In questo comune infatti si è cominciato a formare, principalmente alla fine delle restrizioni del Covid, un gruppo molto coeso di giovani cittadini, che ha istituito dal nulla un’associazione che sta ricevendo grande attenzione mediatica, sia a livello locale che nazionale, per le iniziative in cui è coinvolta: Babbaluci fuori dal guscio.

All’interno di questa associazione ci sono laureandi di giurisprudenza e semplici ragazzi desiderosi di mettersi alla prova, vecchi studenti laureati come giovani interessati alla natura, al turismo e all’attività di gruppo.

E tra le attività più importanti che i ragazzi di Babbaluci hanno promosso assieme all’amministrazione di San Giuseppe Jato nell’ultimo periodo c’è stata l’istituzione dello scorso 11 gennaio dell’importante Parco Urbano del paese, ormai noto in tutta la penisola. I giovani di Babbaluci avevano chiesto da tempo infatti all’amministrazione comunale di poter far parte alla riqualificazione di un’area che era stata già precedentemente sequestrata alla criminalità organizzata.

E insieme al comune, che ha trovato i fondi tramite il Ministero dell’interno, hanno deciso di dedicarlo al giovane Giuseppe Di Matteo che, come si sa, fu ucciso per mano della mafia a metà degli anni Novanta dopo anni di torture fisiche e psichiche.

L’intento però non era quello di promuovere un’iniziativa di facciata legata ad una semplice targa, chiarisce Chiara Tocco, presidente ed uno dei volti ormai più noti e apprezzati del gruppo Babbaluci.

Lo scopo era quello invece di creare presso la contrada Mortilli il nuovo polmone verde di San Giuseppe Jato, piantando diverse essenze arboree e 260 alberelli di specie tipiche della macchia mediterranea, per restituire così un’area attrezzata alla cittadinanza che potesse essere uno stimolo culturale ma anche sociale della cultura della legalità.

Proprio per la natura altamente educativa e sociale dell’attività promosse dall’associazione, i giovani di Babbaluci si erano già distinti qualche mese indietro, venendo premiati per via del loro impegno sociale da KyotoClub, che li ha voluti inserire all’interno della rete del progetto GreenHeroes, che coinvolge moltissime realtà resilienti del nostro paese che sono un esempio di valorizzazione ambientale e di difesa del nostro territorio.

Tra l’altro sono state proprio le altre realtà inserite all’interno di GreenHeroes a donare gli alberelli che sono stati poi successivamente piantati all’interno del parco urbano della memoria. La realizzazione del parco urbano d’altronde era stata affidata ad AzzeroCO2, altra GreenHero di Roma che si è avvalsa del supporto della cooperativa sociale Placido Rizzotto.

Tra promotori del progetto GreenHeroes c'è l’attore Alessandro Gassmann e l’ecologista Annalisa Corrado, che dal 2019 rappresentano il volto pubblico dell’intera operazione, essendo nata a seguito proprio di un loro dibattito pubblico su Twitter.

A San Giuseppe Jato a dar volto però a questa rete ci sono i giovani di Babbaluci, che hanno costantemente delle nuove idee per rendere attrattivo il loro paese e il ritorno ad una vita più semplice, legata all’attività sostenibili e di gruppo.

Questi ragazzi che si sono dimostrati entusiasti per l’istituzione di un qualcosa di genuino e di diverso nel loro territorio tendono così a dimostrare che è possibile ancora trovare in Sicilia dei nuovi volti, ricchi di energie, che vogliono emanciparsi dalla città e stabilirsi nel cuore stesso delle province, con l’obiettivo di valorizzare sé stessi e le potenzialità lavorative di una regione che ha ancora molto da offrire.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI