POLITICA
Sei temi (caldi) per due giorni di dibattiti a Palermo: che cos'è "PopDem"
Sei tavoli tematici per un'iniziativa che riporta cittadini ed esponenti politici a discutere di criticità e soluzioni in settori cruciali per lo sviluppo del Paese
I coordinatori dei tavoli "PopDem"
Un modo per raccogliere la sfida lanciata dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein per la costruzione di un ponte tra le energie interne al Partito Democratico e chi, dall’esterno, vuole ritrovare un luogo di appartenenza comune. L’obiettivo è quello di costruire partecipazione politica, oltre ogni logica di schieramento e di pura autoconservazione.
Capovolgere il metodo in Sicilia è tra gli obiettivi degli organizzatori dell'iniziativa che vede, tra gli altri, Mari Albanese, componente dell'Assemblea nazionale Pd e Vincenzo Fasone segretario di circolo e firmatario del manifesto PopDem.
Il tavolo sulla sanità, piuttosto sentito e "caldo" sia per i professionisti che per gli utenti, è stato su alcuni aspetti anche divisivo. Ma il confronto è sempre utile e costruttivo. Il tavolo era coordinato da Monica Brancato, medico in Formazione specialistica e ha messo al centro le criticità sulle case di comunità, i consultori, la prevenzione ed educazione alla salute, la riqualificazione delle professioni sanitarie e la riforma delle specializzazioni mediche.
L'obiettivo su cui impegnarsi è «non continuare a lavorare in emergenza programmazione e reperimento risorse sono fondamentali - spiega Brancato - per il futuro della sanità pubblica che sembra inesorabilmente indirizzato verso la privatizzazione. Dovrebbero essere più ascoltate le istanze dei giovani professionisti».
Per quanto riguarda il tavolo della scuola si è parlato ancora una volta, di tagli: «La prossima legge di Bilancio - spiega Lucia Bonaffino, coordinatrice e responsabile scuola Pd Palermo - prevede 7.834 posti in meno fra docenti e ATA. Noi rispondiamo chiedendo con forza la riduzione del numero di alunn* nelle classi, l’estensione del tempo scuola soprattutto al Sud e nelle aree interne e marginali, il ripristino dello sportello psicologico, la scuola dell’infanzia garantita come servizio universale».
L’istruzione, aggiunge Bonaffino, «non è una voce di costo ma un investimento sul presente e sul futuro del Paese e pretendiamo che la percentuale delle risorse ad essa destinate nel bilancio dello Stato non subisca le riduzioni previste negli anni a venire».
Un altro tema importante è stato quello del lavoro, specialmente quello precario. «Il Rapporto Eurispes 2023 denuncia la precarietà lavorativa in Italia come fenomeno strutturale - afferma Giovanni Tarantino, sindacalista e precario - con aumento di contratti instabili, lavoro povero e disparità di genere, età e territorio. Lavoro nero e salari in calo aggravano la crisi, colpendo soprattutto donne, giovani e il Sud. Servono politiche urgenti per garantire occupazione stabile, salario minimo ed equità sociale».
Il tavolo dei diritti era coordinato da Giuseppe Vito Ales, policy analyst, che ha fa della lotta alle disuguaglianze il filo conduttore tra passione politica e professione- «Non possiamo considerare separatamente i diritti civili, economici e sociali - afferma Ales -. Serve una lotta intersezionale che metta al centro la dignità di ogni persona e che unisca generi e generazioni».
Tra le principali proposte emerse la doppia preferenza di genere alle elezioni regionali, servizi che consentano la condivisione del lavoro di cura, ma anche diritti climatici, del lavoro, diritto alla salute, diritto alla mobilità, ponendo al centro il tema dell’insularità che trasversalmente si inserisce negli ambiti trattati.
Dal tavolo su politica industriale e transizione ecologica invece, coordinato dal segretario di circolo e docente in Economia e management Vincenzo Fasone la funzionaria europea Laura Sauro e l'imprenditore Luca Silvestrini, emerge «una richiesta forte per il partito democratico - dice Fasone - per inserire nell’agenda delle politiche industriali coraggiose e selettive volte a sviluppare al meglio l’alleanza tra il progresso socio-economico ed ecologico». Specifica attenzione è stata rivolta al settore dell’energia e alla centralità che in questo può avere la Sicilia.
Infine si è discusso di antimafia sociale, al tavolo coordinato da Mari Albanese e Alfredo Rizzo, responsabile del tavolo. In particolare per chi ha preso parte alla discussione è necessario rafforzare l'agenzia dei beni confiscati, costituire un fondo di garanzia rotativo con parte delle ingenti risorse del FUG, utilizzare tutte le opere d'arte confiscate ed acquisite al patrimonio dello Stato per fare una grande mostra itinerante della legalità.
«Riteniamo che dopo quarant' anni dalla legge La Torre e 28 dalla legge del '96 - dicono Rizzo e Albanese - sia necessario che il Partito Democratico rielabori un disegno complessivo sulla lotta alle mafie e per questo invitiamo il partito per una Convention Nazionale che si svolga a Palermo il giorno della commemorazione del 43 anni dalla morte di Pio La Torre».
Hanno preso parte all'iniziativa anche il vicepresidente del gruppo PD al Senato Antonio Nicita, la Deputata PD Giovanna Iacono, oltre ai componenti della Segreteria nazionale del Partito Democratico Peppe Provenzano (Responsabile esteri PD, già Ministro per il Sud e la Coesione territoriale), il deputato Marco Furfaro e il senatore Antonio Misiani.
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