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Se la perdi poi sono guai: perché a Palermo una metro ogni mezz'ora non basta

Lunghe file alle fermate e treni affollati. Sempre più studenti e lavoratori utilizzano la metropolitana ma il servizio non riesce a soddisfare la domanda

  • 11 ottobre 2024

Lunghe file alle fermate della metropolitana di Palermo. E può succedere che, quando passa il treno, non tutti riescono a salire perché troppo affollato. Un quadro che raffigura quanto vivono palermitani e pendolari e che accade in diverse ore del giorno. Si potrebbe pensare che l’ora di punta sia la più affollata, ma i disagi maggiori si sono verificati alle 10.25, sulla banchina di Palermo Notarbartolo, stracolma di passeggeri costretti ad attendere il prossimo treno.

«Una metropolitana con un treno ogni mezz’ora e non in tutte le stazioni: è così che viene gestito il Passante ferroviario a Palermo – racconta l’ingegnere Roberto Di Maria, ricercatore esperto di mobilità e autore di "Sicilia in Progress", che ha raccolto il malcontento dei tanti passeggeri -. È un paradosso che una situazione del genere si verifichi a Palermo, una delle città più trafficate d’Italia, quando, a Catania, invece, esiste una vera metropolitana con treni ogni 10 minuti adattissimi al servizio urbano e, per giunta, in continua espansione».
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«Abbiamo fatto diversi appelli – prosegue Di Maria - . Ma l’unica risposta che abbiamo ricevuto è che la presenza del binario unico su una parte della linea rende impossibile incrementare l’immissione dei treni in linea. Ma non è così: basta fare due conti, infatti, per comprendere che anche in queste condizioni, è possibile immettere in linea un treno ogni 10 minuti, figuriamoci ogni quarto d’ora. Un’operazione, inoltre, che poteva essere fatta quando era ancora a binario unico la tratta Notarbartolo-San Lorenzo, il cui raddoppio è stato attivato nel luglio 2023».

Lamentele anche sull’allestimento dei convogli utilizzati per il servizio: «Molti posti a sedere, pochissimi in piedi. Capienza, quindi, ridotta anche del 50% rispetto ai treni che circolano normalmente nelle metropolitane, che, a parità di lunghezza, trasportano il doppio dei passeggeri - conclude l’ingegnere Di Maria – A ciò aggiungiamo un’altra riflessione, quella che, dall’ottobre del 2018, ovvero da quando è stato riaperto il Passante, dopo i lavori da 1,2 miliardi di euro che lo hanno completamente ridisegnato, dotandolo di ben 22 stazioni, proprio per dare un servizio di tipo metropolitano alla città, questa linea è utilizzata a meno della metà del suo potenziale».

Alla base della questione ci sarebbe il contratto di servizio stipulato tra Regione e Trenitalia, rinnovato a inizio anno e che regola tutto il trasporto regionale su ferro. Prevede un tot. di km-treno, ovvero numero di treni moltiplicato per i km percorsi in tutta la rete regionale per ogni anno.

In pratica, essendo tutto dentro un unico "contenitore" su scala regionale, se metti un treno in più sul passante devi togliere i km-treno corrispondenti da un'altra parte della Sicilia. Motivo per il quale non è così semplice e immediato aumentare la frequenza dei treni.

«Ma ci sarebbero almeno due possibilità - suggerisce Di Maria -. Siccome molte linee sono chiuse per lavori si possono sfruttare i treni non effettuati per incrementarli a Palermo. E in secundis, nulla vieta di incrementare i km-treno previsti per ogni anno, dato che la domanda di trasporto ferroviario è in crescita (nonostante i disservizi) in tutta la Sicilia».
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