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Se ci entri puoi viaggiare indietro nel tempo: dov'è (in Sicilia) il borgo dei "pagghiara"

Le sue origini sono avvolte nella leggenda. Tra i luoghi più caratteristici l'antico villaggio con i suoi rifugi, simboli della storia e custodi della memoria del territorio

  • 20 aprile 2025

Il borgo di Alcara Li Fusi

Nel cuore del Parco dei Nebrodi, incastonato tra le montagne della provincia di Messina, sorge Alcara Li Fusi, un piccolo paese ricco di storia e tradizioni. Per la precisione Alcara Li Fusi è situato a 398 metri sul livello del mare e rappresenta una delle perle della Sicilia settentrionale.

Meta imperdibile per gli escursionisti, per coloro che amano esplorare borghi antichi e scoprire tesori architettonici nascosti.

Il nome di Alcara Li Fusi deriva probabilmente dal termine arabo “al-hara”, che significa quartiere o vicolo, suggerendo antiche influenze mediorientali nella sua storia.

Le origini di Alcara Li Fusi sono avvolte in leggende e racconti misteriosi. Sono diverse le teorie ma la leggenda più famosa racconta della distruzione di Demenna e del vicino centro di Crasto da parte dei Saraceni nel 855. I superstiti avrebbero trovato rifugio più a valle, fondando l’attuale Alcara Li Fusi.

Il primo documento che attesta l’esistenza di Alcara risale al 1096, quando il conte Ruggero I di Sicilia menzionò il borgo in un diploma. Il paese passò successivamente sotto la giurisdizione di vari feudi e diocesi, tra cui quella di Messina.

Nel corso del Trecento, Alcara Valdemone (come veniva chiamata allora) divenne un centro di rilievo per la comunità ebraica della Sicilia, mantenendo una forte influenza culturale e commerciale fino all’espulsione degli ebrei nel Seicento.

Si comprende bene che c’è tanto da sapere e da vedere ad Alcara Li Fusi ma tra le testimonianze più affascinanti del passato rurale di questa comunità ci sono i pagghiara, a richiamare l’attenzione degli appassionati visitatori (antichi rifugi costruiti dai contadini per rispondere alle esigenze della vita agricola e pastorale).

Precisamente alle pendici delle Rocche del Crasto sorge il Borgo Stella (A Stidda), un antico villaggio pastorale che si rivela un importante sito etno-antropologico sia per il paese di Alcara Li Fusi, che per il Parco dei Nebrodi. L’arcaico agglomerato rurale è costituito da capanni ovvero i pagghiara, costruiti con grande maestria.

Le pareti in pietra a secco, assemblate senza l’uso di malta, garantivano solidità e resistenza alle intemperie. La copertura in paglia o frasche, utile per proteggere dagli agenti atmosferici e mantenere un microclima confortevole, ha possibilmente dato il nome la struttura stessa.

I pagghiara all’interno erano suddivisi da un’area per il riposo umano e una per il ricovero degli animali, in modo da garantire protezione e sicurezza. Questi rifugi erano fondamentali per i contadini che lavoravano nei campi o conducevano il bestiame nei pascoli montani, in modo tale da avere un appoggio un cui poter dormire durante le lunghe giornate di lavoro senza dover rientrare ogni sera in paese.

Questi rifugi erano essenziali durante le stagioni di raccolta o di transumanza, quando i contadini passavano intere giornate lontani dal centro abitato.

Oggi i pagghiara di Alcara Li Fusi rappresentano una testimonianza storica e culturale di un tempo in cui la vita agricola scandiva il ritmo quotidiano. Sebbene l’uso di queste strutture sia diminuito con l’avvento della modernità, alcuni esemplari sono ancora visibili lungo i sentieri dei Nebrodi.

Negli ultimi anni, c’è un crescente interesse nella valorizzazione di queste architetture rurali, con iniziative volte a preservarle e a farle conoscere alle nuove generazioni. I pagghiara non sono solo simboli del lavoro e della fatica, ma anche custodi della memoria collettiva di Alcara Li Fusi e del suo territorio.

Se ti trovi in Sicilia, una visita ad Alcara Li Fusi e ai suoi pagghiara offre un tuffo nel passato, tra paesaggi incontaminati e tradizioni che ancora resistono al passare del tempo.
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