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Se cerchi il silenzio sei nel posto giusto: la spettacolare vista dal Santuario dell'Adonai

Siamo in un borgo a pochi passi da Augusta, in provincia di Siracusa. Qui sorge quello che viene considerato il santuario mariano più antico della Sicilia

Federica Puglisi
Giornalista
  • 6 agosto 2023

Santuario di Maria Santissima Mater Adonai

Un santuario a 150 metri dal mare, un luogo così affascinante ed isolato che tuttora viene scelto da gruppi di persone per trascorrervi momenti di silenzio e di spiritualità.

Siamo a Brucoli, il borgo marinaro a pochi chilometri da Augusta, in provincia di Siracusa. Qui sorge quello che viene considerato il santuario mariano più antico della Sicilia.

È il santuario di Maria Santissima Mater Adonai (Madre del Signore), conosciuto come Santuario dell'Adonai.

C’è una piccola chiesetta ricavata nella cavità di una grotta che un tempo serviva da rifugio per i cristiani, in particolare durante le persecuzioni degli imperatori Decio e Valeriano.

Esiste ed è visitabile la cosiddetta Grotta del greco un piccolo ipogeo con tombe greche e preistoriche. La presenza cristiana in questo sito risalirebbe al 253 e l’oratorio dedicato alla Madonna Mater Adonai fu fondato nella prima metà del terzo secolo da un cristiano, Publio, in una delle grotte di un ipogeo, chiamata appunto grotta del Greco.
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E queste grotte sarebbero state abitate dai greci durante la colonizzazione della Sicilia. A rendere suggestivo questo luogo, poi, e meta nell’antichità di pellegrinaggi, un antico affresco su roccia che raffigura la Madonna col Bambino, che secondo tradizione sarebbe stato realizzato da Sant’Agatone, vescovo di Lipari.

La sua scoperta, si racconta, avvenne in maniera straordinaria. Tra il 1500 e il 1600 un pastore tirò fuori da una cavità del terreno una mucca che vi era caduta accidentalmente mentre pascolava. Ma fu attratto da una luce che brillava nella cavità; si calò, allora, attraverso il lucernario e scoprì l’immagine sacra.

E a quei tempi quello venne considerato un evento prodigioso. Di lì a poco il luogo divenne meta di pellegrinaggi.

Fu poi costruito un cenobio, noto anche come eremo, da un gruppo di soldati spagnoli che si trovavano in quel posto e decisero di rimanerci. Furono questi uomini a dare vita ad una comunità laica, abbandonando la vita militare, comunità che rimase fino al 1950 quando morì l’ultimo frate.

Negli anni il sito è stato ampliato e durante il 1700 ebbe il momento di maggiore splendore. Poi ci fu un periodo di decadenza e di abbandono fino a metà Ottocento quando venne ripopolato da un gruppo di eremiti e iniziò il restauro.

Negli anni successivi, però, i monaci restarono in pochi e dopo la morte dell’ultimo religioso il sito è rimasto per lungo tempo abbandonato e preda di atti di vandalismo.

La sua riscoperta e il suo recupero si devono soprattutto alla volontà di don Palmiro Prisutto, parroco della chiesa di Brucoli, sacerdote che in questi anni si è anche impegnato per denunciare i tanti morti per tumore che purtroppo ci sono nel territorio di Augusta a causa della zona industriale.

Il recupero del santuario ha così permesso di dare vita ad un luogo davvero unico, non solo per la particolarità che possiede, immerso nella natura e a pochi chilometri dal mare, ma anche meta di gruppi ecclesiali, giovani, scout, che lo scelgono per giornate o settimane di spiritualità.

È infatti dotato di pochi letto e luoghi per attività in autogestione.

Attualmente viene celebrata la messa tutti i giorni alle 19.00 mentre ogni anno, il 5 agosto, in occasione della festa della Madonna della Neve, si svolgono delle celebrazioni e pellegrinaggi.

Per raggiungere il luogo esiste solo una piccola strada che è difficile da percorrere. Ma la fatica del percorso viene ripagata dalla bellissima vista e dall’atmosfera di questo luogo.
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