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Scorie nucleari in Sicilia, ci riprovano dopo 30 anni: chi fu il primo a firmare per il "no"

Nel 1987 un'interrogazione parlamentare bloccò il progetto. In testa ai firmatari c'era un palermitano che si oppose fermamente allo stoccaggio di scorie radioattive in Sicilia

Balarm
La redazione
  • 19 gennaio 2021

Non è finita finchè non è finita. Solo che in questo caso non è un bene ma l'ennesimo scempio che si vuole perpetrare in Sicilia e che già trent'anni fa si era cercato di evitare bloccando un progetto per lo stoccaggio di scorie radioattive in Sicilia.

A ricordarlo è l’ex parlamentare del PCI Agostino Spataro, «il problema si pose anche nel 1987. Reagimmo con forza e con argomentate motivazioni. Il 3 marzo 1987 un nutrito gruppo di deputati siciliani, appartenenti a diversi partiti, presentammo alla Camera una interrogazione per impedire l’attuazione del progetto di stoccare scorie radioattive nella miniera di Pasquasia (Enna). L’ipotesi fu bloccata! Oggi, a 33 anni di distanza, si propongono quattro nuovi siti in Sicilia!”.

E sapete chi fu allora il primo firmatario? L’on. Sergio Mattarella, l'attuale Presidente della Repubblica. Si trattava, come si legge dal documento, di una "Interrogazione a risposta orale 3/03348 per un intervento volto ad assicurare che non avranno alcun seguito le ipotesi di ubicaziobne nella miniera di pasquasia nel comune di Enna o in altra località della Sicilia di un deposito di scorie radioattive".
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Dieci giorni fa intanto, il governo della Regione, convocato dal presidente Musumeci in seduta straordinaria, ha preso una posizione chiara e netta sulla cosiddetta Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per i siti che dovrebbero ospitare i depositi di scorie nucleari.

In Sicilia da Roma ne hanno previsti quattro. La Giunta di governo ha istituito un Gruppo di lavoro, con la Cts, coinvolgendo le quattro Università dell'Isola e dai sindaci di Trapani, Butera, Petralia Sottana e Castellana Sicula che sono i comuni interessati.

Il gruppo, presieduto dell'assessore all'Ambiente Toto Cordaro e coordinato da Aurelio Angelini, il presidente della Commissione tecnico-scientifica di verifica dell’impatto ambientale, dovrà elaborare le motivazioni a sostegno della ferma contrarietà della Regione alle proposte della Carta nazionale, la cui scelta è stata giudicata "irragionevole e priva di fondamento" da parte del presidente della Regione. Saranno pronte entro febbraio.

«Lo Stato ha il diritto e il potere di decidere quale sito utilizzare - ha dichiarato il presidente della Regione Nello Musumeci – se non si trova davanti a contestazioni fondate. Noi, invece, abbiamo sufficienti elementi per dimostrare che la previsione rimane del tutto irragionevole».

Per chiarezza, ecco alcune informazioni sulla CNAPI:
Cosa è? È la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, nella quale sono individuate le aree le cui caratteristiche soddisfano i criteri previsti nella Guida Tecnica n. 29 dell’ente di controllo ISPRA (oggi ISIN) oltre che i requisiti indicati nelle linee-guida della IAEA (International Atomic Energy Agency).

Che si intende per aree potenzialmente idonee? Sono quelle "aree anche vaste, che presentano caratteristiche favorevoli alla individuazione di siti in grado di risultare idonei alla localizzazione del deposito, attraverso successive indagini di dettaglio e sulla base degli esiti di analisi di sicurezza condotte tenendo conto delle caratteristiche progettuali della struttura del deposito”.

Queste caratteristiche favorevoli si determinano sulla base di criteri di esclusione e di approfondimento, che escludono le aree interessate da, ad esempio, elevato rischio vulcanico e sismico, fagliazioni, frane, alluvioni, processo morfogenetico carsico o che insistono su aree naturali protette o insediamenti civili, industriali e militari. Ma non solo, nella guida tecnica si legge anche sono da escludere inoltre le aree:

- che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati.

- che siano a distanza inferiore a 1 km da autostrade e strade extraurbane principali e da linee ferroviarie fondamentali e complementari La distanza da queste vie di comunicazion tiene conto dell'eventuale impatto sul deposito legato a incidenti che coinvolgono trasporti di merci pericolose (gas, liquidi infiammabili, esplosivi, ecc.)

- caratterizzate dalla presenza nota di importanti risorse del sottosuolo

- caratterizzate dalla presenza di attività industriali a rischio di incidente rilevante, dighe e sbarramenti idraulici artificiali, aeroporti o poligoni di tiro militari operativi In presenza di dighe e sbarramenti idraulici artificiali devono essere escluse le aree potenzialmente inondabili in caso di rottura dello sbarramento. Per maggiori informazioni e dettagli vi inviatiamo a leggere la "guida tecnica" che abbiamo allegato poche righe su.

Importante è anche sapere cosa è l'ISIN. È l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. Si tratta delll’autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione che assorbe le funzioni già attribuite in passato al CNEN, all’ENEA DISP, all’ANPA, all’APAT e, infine, al Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale, al Centro Nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, nonché all’Area Fisica del Centro Nazionale per la rete nazionale dei laboratori per le attività in materia di radioattività dell’ISPRA.​

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