AMICI ANIMALI

HomeNewsLifestyleAmici animali

Scomparsa da 150 anni, ora vive in un'oasi: dove vedi una delle specie perdute di Sicilia

Descritto pure da Federico II nella sua opera principale, sparì per secoli, ma adesso è tornato a vivere nell'Isola in un meraviglioso "santuario naturale": ecco quale

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 10 aprile 2024

Un esemplare di francolino

Viene ricordato da molti zoologi e naturalisti come una delle specie perdute della Sicilia, una delle più importanti che un tempo vivevano fra le campagne e le montagne della nostra regione. Stiamo parlando del francolino (Francolinus francolinus), un piccolo uccello appartenente all’ordine dei Galliformi, che un tempo disponeva di folte popolazioni all’interno della Sicilia.

Lungo fino a un massimo di 36 cm e dal forte dimorfismo sessuale, questa specie veniva fortemente cacciata dai cittadini locali, tanto che divenne quasi un simbolo della caccia, insieme alla coturnice (Alectoris graeca whitakeri) e al falco.

Il francolino viene persino descritto all’interno dell’opera principale di Federico II, il “De Arte Venandi Cum Avibus”, che ci permette di conoscere l’imperatore da un punto di vista molto particolare. Federico II, infatti, oltre ad essere un illuminato sovrano e un bravo amministratore, era anche un letterato e un grande appassionato di caccia, tanto da volersi cimentare nell’impresa di descrivere tutte le informazioni relative alla caccia - fra cui la descrizione delle specie - disponibili al suo tempo.
Adv
Il francolino fu così una delle specie più apprezzate della nostra regione, divenendo anche una specie adottata nei giardini zoologici di diverse coorti nobiliari europee, finché sul finire del Settecento le sue popolazioni cominciarono a subire un forte declino in Europa, ed in particolare alla Sicilia, dove si estinse nella prima metà dell’Ottocento.

Il primo a domandarsi se la specie fosse scomparsa dalla Sicilia fu nel 1874 Pietro Doderlain, docente universitario di Palermo (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo), che nel tentativo di stabilire se la specie era ancora salvabile promise una ricompensa a tutti coloro che gli avrebbero portato un esemplare vivo, con delle indicazioni precise sul luogo della cattura.

Non ricevendo nessuna risposta, Doderlain tuttavia fu costretto a decretarne la scomparsa, dopo aver compiuto alcune spedizioni nell’entroterra siciliano. Ed in effetti la caccia era stata sin troppo efficiente nell’eradicare la specie dall’isola.

Oggi però un nuovo progetto di reintroduzione promette di dare una nuova speranza, per questa specie. Nel corso delle ultime ore, infatti, Planeta, una delle aziende agricole più importanti della regione, e la Fondazione Internazionale Biodiversità del Mediterraneo (FIBM) hanno dichiarato di essere intenzionati di riportare il francolino in Sicilia, come è stato fatto per altre specie nei decenni precedenti (fra tutti il Grifone).

Questa specie infatti per quanto sia scomparsa dall’Italia e dalla Sicilia in particolare, è ancora presente a Cipro e in diverse regioni del Mediterraneo orientale, dove è possibile prelevare degli esemplari dalla natura, per tentare di effettuare alcuni progetti di conservazione.

L’idea delle due associazioni è quello di liberare circa 40 francolini nei pressi di Capparrina, nel comune di Menfi, in provincia di Agrigento, dove Planeta dispone di una proprietà che presenta un habitat ideale per questa specie. Essa infatti dispone di una vegetazione tipica della Sicilia (palme nane e macchia mediterranea) e all’assenza di disturbo antropico.

Nel caso in cui inoltre questi francolini sembrino avere successo nel colonizzare quest’area, la FIBM avrebbe intenzione di reintrodurre altri francolini anche in altre realtà dell’isola, far cui molte riserve del trapanese.

Il progetto, che è stato avviato nell'inverno del 2023 con il supporto dell'Istituto Zootecnico della Regione Siciliana, prevede anche il monitoraggio della popolazione di questo particolare uccello, anche per prevenire qualsiasi tentativo di bracconaggio.

Il maschio di questa specie si presenta con il ventre, la gola e l’addome nero, con alcune macchie bianche, mentre il dorso e le piume della coda presentano sottili striature bianche su fondo nero. Il maschio dispone anche di una macchia auricolare bianca, assente nella femmina.

Il piumaggio di quest’ultima invece si presenta in maniera abbastanza uniforme, garantendo così il mimetismo. Questa soluzione è presente anche in altre specie di galliformi, come la pernice e la coturnice di cui abbiamo parlato prima, le cui femmine presentano piumaggi molto banali.

Questa specie ha una riproduzione monogama e si accoppia tra marzo e agosto. A differenza delle comuni galline, depone un'unica covata che presenta circa 7-12 uova, in un nido che viene ricavato direttamente dal terreno, scavando una conca con le zampe. Le uova invece sono incubate esclusivamente dalla femmina per 18-19 giorni, mentre i piccoli vengono accuditi durante l’intera stagione invernale da entrambi i genitori.

«Nulla avviene per caso. Quando anni fa abbiamo iniziato a considerare l’Oasi Capparrina come un autentico santuario naturale, abbiamo coinvolto alcuni studiosi, tra i quali i professori Bruno Massa e Attilio Carapezza, illustri esponenti della prestigiosa scuola dei naturalisti siciliani - ha dichiarato Alessio Planeta, amministratore delegato delle Aziende Agricole Planeta - Per questo motivo siamo stati entusiasti nel sostenere questo progetto e abbiamo seguito attentamente ogni fase della reintroduzione, fino a vedere i primi risultati.

Dapprima è stata realizzata una voliera di acclimatazione all'interno della rigogliosa macchia mediterranea di Capparrina, successivamente abbiamo assistito al passaggio dalla vita in voliera alla liberazione in volo e ora siamo gratificati nell'osservare i primi Francolini nella loro naturale dimora.

Non possiamo nascondere la gioia nel vedere la nostra Oasi mantenere la sua integrità, un risultato che è stato possibile solo grazie all'impegno di generazioni passate. Questa storia straordinaria è un esempio tangibile delle azioni concrete che riflettono lo spirito di Planeta. Oggi vedere il Francolino, con i suoi colori e con la sua capacità di mimetizzarsi, sorvolare oliveti e macchia mediterranea è una gioia indescrivibile».
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI