MONDO SOLIDALE
Sara e Laura siano (davvero) le ultime: tutti i servizi dei centri antiviolenza a Palermo
Una mano tesa per le donne vittime di abusi, ma anche una risposta a tutti i loro dubbi: ecco cosa fanno i centri che le tutelano in città, vi diamo i i dettagli

Il centro antiviolenza "Le Onde"
Quella del centro antiviolenza Le Onde a Palermo è una rete a cui possono accedere tutte le donne che sono state o sono ancora vittime di violenza di qualunque tipo.
L'associazione opera nel territorio da ormai 26 anni, anche se il gruppo di lavoro si è costituito nel '92 e si trova in viale Campania 25.
«Chi si rivolge a noi ha dei dubbi e - ci racconta la responsabile de "Le Onde" Mara Cortimiglia - non sempre queste condotte sono riconosciute da chi le subisce, ma noi diamo l'opportunità di fare chiarezza.
La funzione del centro è anche questa perché non sempre gli atti sono conclamati, ma grazie al dialogo si impara a riconoscere ciò che non va bene».
Prima del Covid19 ci si poteva recare al centro per fissare un colloquio. Adesso non è più così e il percorso comincia con una telefonata tramite il numero 091 327973 a cui risponde un'operatrice specializzata.
Questo recapito funziona 10 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, (festivi esclusi) dalle 9.00 alle 19.00.
«Il primo contatto è sempre quello telefonico ed è un momento importante per avere le prime informazioni, ma anche per rassicurare l'interlocutrice - precisa la responsabile -.
Il colloquio telefonico si sviluppa in due fasi: l'analisi della domanda e la valutazione iniziale del rischio. Se emergono situazioni particolarmente rischiose, queste avranno la priorità in termini di accoglienza e appuntamento da prefissare.
Non è mai facile per chi chiama. Ci si mette in discussione e si nutre timore sulle "conseguenze" e sulle possibili domande.
Infatti spesso notiamo un po' di resistenza, ma in un modo o nell'altro noi riusciamo facilmente a mettere a proprio agio le donne che ci contattano. Garantiamo l'anonimato se ci viene richiesto».
Qualora non sia possibile dare un appuntamento nell'immediato perché si accavallano troppe richieste, le donne vengono supportate telefonicamente dalle operatrici così da non abbandonarle.
Per tutta la durata del percorso, è sempre la donna che decide: «Noi possiamo dare gli strumenti e le informazioni - continua Mara Cortimiglia -. Ogni storia è una storia a sé e il percorso va studiato sulla persona.
All'interno del centro le utenti hanno la possibilità di usufruire di consulenze legali, in collaborazione con il centro studi giuridici a Palermo o con le nostre avvocatesse del centro.
Sono tanti i servizi che offriamo per il percorso di affrancamento delle donne. Abbiamo attività di orientamento al lavoro perché essenziale per l'autonomia.
Disponiamo anche di due case rifugio a Palermo dove è possibile recarsi nel caso in cui sia necessario che le donne si allontanino con minori. Queste strutture sono in collegamento con i comuni per lottare in rete».
Sono la casa delle Moire e la casa di Maia a indirizzo segreto regolarmente iscritte all’Albo Regionale della Regione siciliana. L’unico riferimento pubblico è quello del centro antiviolenza.
Oltre all'autonomia lavorativa, quella economica è fondamentale perché possono verificarsi altri casi di violenza.
Spesso per debiti fatti dai propri compagni, arrivano cartelle di pagamento i cui effetti vengono gestiti dalle vittime perché chi dovrebbe saldarli sparisce: «Fruiamo anche di una convenzione stipulata qualche anno fa con il Comune di Palermo e con l'ordine dei commercialisti del capoluogo per effettuare consulenze in merito a questi casi di violenza economica.
Per le faccende di ordine penale quasi tutte hanno accesso al gratuito patrocinio. Per quanto riguarda i processi civili funziona diversamente, ma chi ha un reddito entro i 12mila euro circa può usufruire di agevolazioni».
Tra le opportunità del centro, c'è lo spazio Gaia dedicato a tutte le donne che vogliono essere sostenute nel loro ingresso nel mondo del lavoro con attività di orientamento, formazione, consulenze per l’avvio di imprese e coworking.
Dopo il tragico evento che ha visto l'ennesima vita spezzata, Sara riecheggia in ogni strada e l'associazione Le Onde si è pronunciata a riguardo con un post sui social per sensibilizzare sulla prevenzione a più livelli e sulla tutela delle donne incoraggiando a chiamare il centro e a chiedere aiuto.
«Il 26 marzo apprendiamo la notizia del femminicidio di Laura Papadia avvenuto a Spoleto - scrivono su Facebook -. Il 31 marzo Sara Campanella viene uccisa da un ragazzo a Messina.
Il 2 aprile la notizia del ritrovamento del corpo di Ilaria Sula, uccisa anch’essa da un uomo. Sono giornate di lutto per noi.
Un lutto che si rinnova ogni volta che una donna viene uccisa perché donna e perché paga con la propria vita la scelta di essere libera.
Per questo motivo siamo vicine alla famiglia di Sara Campanella e alla comunità di Misilmeri.
Per noi tutte questo significa essere vicine a tutti i familiari delle donne uccise in ogni luogo e alle comunità che frequentavano (i luoghi di lavoro, le università, i quartieri, i piccoli paesi)».
Parlare di scenari ipotetici e di come sarebbe potuta andare se fossero state prese decisioni diverse serve a ben poco, non restituirà la vita a nessuna di quelle donne, ma si può lottare affinché qualcosa finalmente cambi.
«Purtroppo la quota di imprevedibilità c'è sempre in tutto - spiega Mara Cortimiglia -. Da questo punto di vista ritengo che le cose da fare sono tante come implementare corsi di educazione al rispetto e ai sentimenti a partire dalla scuola materna fino all'università.
Anche i genitori devono essere presenti in questo percorso educativo.
In un sistema culturale ancora patriarcale come il nostro è giusto decostruire il vecchio per ricostruirci. Ma è un processo lungo e richiede tempo.
Io esorto tutte sempre a chiamare noi se qualcoaa non va, a volte basta solo una telefonata quando si ha anche il minimo dubbio su dei comportamenti. Ci siamo noi che possiamo aiutare a valutare il pericolo.
La difficoltà che ha avuto Sara è comprensibilissima.
È bene sottolineare anche che non bisogna difendersi soltanto dai propri compagni, fidanzati o mariti, ma da chiunque ci tormenti anche se non vi è un legame affettivo con il persecutore.
Spesso - conclude de Mara - le donne nutrono sensi di colpa nel tutelarsi, come se parlando e denunciando danneggiassero quella persona che in realtà uccide loro».
Le Onde collaborano con l'associazione "Donne in Rete Contro la Violenza (Dire)" che offre una chat online gratuita che garantisce l'anonimato a meno che qualcuno non si voglia esporre.
È rivolto a tutte le donne, è attivo dalle 12.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì e ci si può accedere tramite il sito.
È possibile anche chiamare il 1522, il numero gratuito di pubblica utilità attivo 24h con la risposta in lingua.
Tanti sono gli strumenti che il territorio offre per contrastare un problema del genere, ma forse serve qualcosa di più per combatterlo.
Ogni giorno ci si scontra sempre con un'amara realtà e ci si interroga su quando tutto questo cambierà e se mai quella sarà l'ultima vittima o l'ennesimo nome su una lista fin troppo lunga. Che davvero Ilaria, Sara e Laura siano le ultime.
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