ATTUALITÀ
Riapre il parco delle Terme di Sciacca: la stazione termale degli antichi romani
L'area sarà destinata ad attività culturali e aggregative e sarà fruibile da cittadini e turisti grazie a importanti lavori di manutenzione straordinaria effettuati dalla Regione
Lo stabilimento termale di Sciacca (Agrigento)
Il governatore Nello Musumeci, accompagnato dall’assessore all’Economia Gaetano Armao, accolto dal sindaco di Sciacca Francesca Valenti e ha percorso i viali del complesso termale, soffermandosi sullo scenografico anfiteatro.
«Cominciamo da qui, dal parco delle Terme di Sciacca - ha detto Musumeci - perchè è più facile per il Comune gestirlo e non diventa un onere insopportabile. E perchè diventa un segnale di ripresa. Smettiamo di piangere sul solito muro del pianto e cominciamo a rimboccarci le maniche, dopo avere finalmente razionalizzato una procedura che per anni non era stata tra le priorità di chi ci ha preceduto».
Il parco delle terme mette in relazione alcuni beni patrimoniali del complesso: lo stabilimento, il Grand Hotel delle Terme e l’impianto delle piscine coperte. Il parco è parte integrante dello stabilimento con percorsi pedonali interni che collegano le varie strutture. Al centro sorge l’imponente vasca-fontana, che nel progetto di sistemazione del parco funge da sorgente per percorsi d’acqua artificiali che vanno ad incrociarsi con i sentieri pedonali.
Storicamente furono i Greci di Selinunte che fondarono un piccolo villaggio in questa area, attratti dalla fertilità del suolo, dal mare pescosissimo e dai vapori terapeutici del monte e dalle diverse sorgenti che sgorgavano nel territorio.
Sotto il dominio romano e, in epoca imperiale, la zona venne chiamata Aquae Labodes e i romani, amanti delle terme, sfruttarono non soltanto i bagni di vapore creati dalle acque termali nelle grotte, ma anche le acque sulfuree che sgorgavano nella vallata.
Dimenticati durante le invasioni barbariche ripresero a essere frequentati nel 530 d.C. e poi durante il Medioevo i monaci dell’eremo di San Calogero continuarono a curare gli infermi con l’utilizzo delle stufe termali, diventate così molto popolari.
Con la dominazione araba, nell’840 d.C., la città divenne uno dei più importanti centri agricoli e commerciali della Sicilia: il suo attuale nome, Sciacca, deriva probabilmente dalla parola araba "Syacc" che vuol dire bagno in riferimento alle acque termali.
Durante il Rinascimento molti autori, soprattutto medici, dedicarono numerosi scritti alle terme di Sciacca; ciò è dovuto in parte alla fama della località, in parte al fatto che in questo periodo vi fu un aumento dell'interesse in ambito naturalistico. Le descrizioni che ne fanno gli autori non siciliani dimostrano che le terme erano note e apprezzate anche fuori dall'isola.
Sciacca e le sue terme vissero un periodo di decadenza fino all'Ottocento: molti furono i medici idrologi a impegnarsi per la loro rinascita, e in particolare Giuseppe Licata che, oltre che da medico, nel'ultimo decennio di quel secolo operò anche da politico per la rinascita delle terme.
Lo sfruttamento delle acque termali e la scoperta di banchi di corallo diedero un impulso alla ripresa economica e assunsero un ruolo strategico per l’economia locale. Durante questo periodo si costruirono i primi stabilimenti termali nella valle dei bagni e tra il 1928 e il 1938 venne costruito, in stile Liberty, il nuovo complesso delle terme all’interno di un giardino, nella zona di Cammordino.
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