AMBIENTE
Qui sono nate le 4 stagioni, ora è a rischio: cosa resta dell'unico lago naturale di Sicilia
Le foto testimoniano come anche il lago più celebre dell'Isola sta scomparendo. Quello che era il "luogo di eterna primavera" è ridotto a una pozzanghera
È una delle conseguenze più dolorose della siccità che sta sconvolgendo l'Isola. A restarne vittima quello che è uno dei laghi più importanti, dal punto di vista culturale e ambientale insieme. Del Lago di Pergusa, che si trova a pochi chilometri da Enna, ne scrissero Ovidio nelle sue “Metamorfosi” (nel I secolo d.C.) che lo descrisse come luogo di “primavera eterna”, e Claudiano ne “Il ratto di Proserpina”, nel IV secolo d.C., definendolo come un lago di “acque chiare profonde, cinto alle rive da ombrose selve”. Sulle sponde di questo lago, secondo la mitologia greca, sono nate le quattro stagioni (ve lo abbiamo raccontato in un nostro articolo).
«La sua scomparsa, di certo imputabile alla gravissima crisi climatica che attanaglia la Sicilia, è stata però velocizzata dalla totale disattenzione e dall’inerzia degli enti che, invece, avrebbero dovuto intervenire a vario titolo», accusa Legambiente Sicilia.
Il lago è proprietà della Regione Siciliana, e la Riserva Naturale del Lago di Pergusa, che è gestita da quella che un tempo era la Provincia Regionale di Enna, è un pezzo dell’amministrazione regionale affidato al suddetto ente locale (Libero consorzio).
Il Lago di Pergusa non è solo un lago, o quel che ne resta, in una Sicilia che si dissecca al sole. ll Lago di Pergusa è anche una delle più importanti stazioni di sosta per centinaia di specie di volatili durante il loro viaggio dall’Africa all’Europa, è uno scrigno di preziosità florofaunistiche, è parte del grande mito della Sicilia, è un pezzo irrinunciabile della vita degli ennesi e dei cittadini del centro Sicilia che da tempo lo hanno eletto a luogo delle loro attività ricreative.
«Lo avevamo predetto, entro luglio il lago Pergusa sarebbe scomparso e la scomparsa è giunta prima, con il solstizio d’estate – afferma Giuseppe Maria Amato, referente Gestione risorse idriche di Legambiente Sicilia -. Abbiamo chiesto per anni il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale, fondamentale per aggiornare le conoscenze sullo stato del lago, e la pulizia dei diversi canali che dal bacino naturale del lago portano l’acqua verso lo stesso.
Gli interventi di pulizia sono stati eseguiti solo in parte e in modo poco coordinato tra gli enti, tanto che sul fondo dei canali si osservano ancora accumuli di materiale solido che interrompono la discesa dei liquidi verso il lago.
Se il tavolo fosse rimasto attivo - continua Amato -, oggi avremmo almeno i dati della condizione in cui versa la falda, avremmo finalmente stabilito la vera dimensione del bacino sotterraneo, avremmo compreso se e come, in un futuro non troppo lontano acque extra bacino avrebbero potuto essere introdotte. Invece la Regione non ha compreso l’importanza di questo prezioso patrimonio di biodiversità e cultura e stanno condannando il Lago di Pergusa ed il suo vasto comprensorio a una lenta agonia».
«Non intendiamo gettare la spugna – rilancia il presidente regionale di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo – chiediamo con forza che il tavolo venga riconvocato con la massima urgenza e con il fine di mettere in atto una attenta progettualità che veda il prezioso biotopo tra i primi luoghi d’Europa da sottoporre ad una opera di ricostituzione ambientale, come previsto dalla appena approvata Restoration Law».
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