ITINERARI E LUOGHI
Quei tesori (poco conosciuti) di Marettimo: dove la natura selvaggia incontra la storia
Nel cuore della natura isolana, tra macchia mediterranea e scorsi incantevoli, a circa 250 metri d'altezza si possono toccare con mano le tracce del passato
Chiesa Bizantina - piano case Romane - Marettimo (foto di Visit Egadi)
Un luogo selvaggio dove la natura incontra la storia e quest’ultima, come Levanzo e Favignana, custodisce tesori archeologici di grande interesse.
È possibile raggiungere l’area partendo dal paese e, dopo una salita fino a 247 metri di altezza (circa 40 minuti), finalmente si possono toccare con mano le tracce del passato.
Il tratto, non impegnativo, si immerge nel cuore della natura isolana tra la macchia mediterranea e scorci panoramici incantevoli. Marettimo, rispetto alle altre isole, si trova in una posizione defilata.
Venne citata dall’autore greco Polibio col nome di Hierà Nesos e il 10 marzo del 241 a.C. divenne celebre (secondo la storia) per essere stata teatro della Battaglia delle Isole Egadi che mise fine alla prima guerra punica. Infatti, le navi di Annone vennero sconfitte dalle pentere e trireme dotate di rostri guidate da Lutazio Catulo.
Una struttura (faro) voluta da Sesto Pompeo (ex militare romano). L’intero complesso prende il nome di Case Romane.
È costruito in opus quasi reticulatum: una tecnica edilizia romana in cui si realizza il parametro di un muro in opera cementizia caratterizzata dalla presenza di ampie arcate di sostegno (interne).
Risalgono all’età tardo repubblicana. Inoltre, sono visibili delle strutture del IV sec. d.C. riconducibili a un antico culto delle acque. Nel tempo sono state citate delle fonti - studi che hanno avallato l’ipotesi di un’occupazione da parte di monaci africani in fuga dalle persecuzioni religiose vandale.
Fu costruita una chiesa (orientata a est) con tre navate suddivise da pilastri e un’ abside. Successivamente fu aggiunto il battistero. Parte dell’edificio andò distrutto nel periodo medievale con il complesso romano che fu trasformato in cenobio.
Bastano pochi passi per entrare nel periodo bizantino grazie a una piccola chiesa rurale dedicata a San Simone (XI-XII).
Fu costruita dai monaci basiliani di lingua greca che scelsero Marettimo per la posizione florida e l’utilizzo delle strutture romane. Ha uno stile tipicamente orientale.
È di forma rettangolare lunga circa 10 metri, con un ingresso principale e uno laterale. La costruzione ha una sola navata divise in tre campate di cui quella centrale è la più alta con abside semicircolare ed eretta su una precedente chiesa protobizantina.
Grazie alle archeologhe F. Ardizzone ed E. Pazzini, sono state effettuate diverse spedizioni nel sito. I risultati (soddisfacenti) hanno evidenziato la presenza di cinque massi posti in verticale e simmetricamente rispetto a un masso centrale di maggiore altezza.
Incuriosisce l’allineamento dei massi tra la chiesetta basiliana e le Case Romane, con supposizioni bizzarre e affascinanti in ambito astronomico.
Durante gli equinozi di primavera e autunno, col sorgere del sole, colpisce il perfetto allineamento tra il masso centrale e uno orizzontale posto a monte dell’allineamento stesso.
Un fenomeno visibile anche a Malta e in Sardegna (di origine neolitica). I turisti possono approfondire la conoscenza dell’area archeologica visitando il Museo del Mare presente nell’isola.
Il territorio di Marettimo potrebbe riservare altre piacevoli sorprese, chiuse in un vortice di emozioni da scoprire perchè è una "Terra di Pescatori, Terra di Sogni d’or e Paradiso!".
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