CULTURA
Quando da via Maccheronai penzolava la pasta fresca: storie antiche di Palermo
La discesa dei Maccheronai collega piazza San Domenico a piazza Caracciolo: prende il nome (come tante altre vie) dal prodotto principale che vi si vendeva, i maccheroni
Una vecchia foto di una bottega in via Maccheronai
Carmelo Piola, nel suo "Dizionario delle strade di Palermo scrisse": «Quando in Palermo non si erano ancora rese comuni le macchine per manipolare le paste, qui esistevano, e tuttavia esistono, molte botteghe, dove le donne facevano varie specie di pasta a mano».
Aggiunse anche, che un tempo era denominata "Salita dei Maccherronai", a differenza degli odierni stradari palermitani che la chiamano invece Discesa dei Maccherronai. In questa strada, per molti anni ci sono state le botteghe dei vermicellai (produttori di pasta): per preparare l’impasto usavano la madia per manipolare e spianare l’impasto con il mattarello.
I prodotti erano, in dialetto, tagghiarini, maccarruna, lasagni, cavatuna, cavatuneddi e tanti altri tipi di pasta che ancora umida veniva esposta all’aperto sulla strada, stesa su grandi tavoli oppure appesa su alcune canne.
Ciò riduceva il tempo per ultimare la pasta ma si mantennero alcune abitudini: per esempio si continuò ad esporla all’aperto.
Dopo alcuni anni, l’evoluzione industriale fece scomparire questa forma di artigianato, fino agli inizi del Novecento rimase qualche bottega che produceva pasta a mano denominata "pasta di casa", poi fu la fine.
Dell’antica maestranza dei maccherronai o vermicellai, oggi rimane soltanto il ricordo. Anche l’ambiente oggi ha cambiato la sua antica caratteristica e davvero pochi sono i negozi che si affacciano su questa stradella.
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