CRONACA
Qualità della vita nel 2020: Palermo sale in classifica ma non è tutto oro ciò che luccica
Puntuale come ogni anno è stata pubblicata la classifica delle città in Italia in cui si "vive meglio" secondo le tre macro aree: sicurezza, ambiente e lavoro
Palermo vista dall'alto
La classifica del 2020, stilata dal Sole 24 Ore, tiene conto in questo anno horribilis del fatto che il benessere sul territorio nazionale è stato estremamente influenzato dalla crisi economica generalizzata, dai decessi e dal numero di contagi e da parametri, in definitiva, estranei fino ad oggi.
Nella fattispecie l'obiettivo di questa edizione della classica vuole essere quella di raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da Coronavirus sui territori.
In particolare, tenendo conto dei 90 indicatori - di cui la maggior parte (60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili - normalmente presi in considerazione nelle macro aeree, se a primeggiare è Bologna, la città di Palermo si colloca alla posizione 89, sulle 107 totali.
Rispetto allo scorso anno il capoluogo siciliano ha - secondo i numeri - migliorato il suo risultato conquistando quasi 10 posti (nel 2019 Palermo si collocò all'98esimo posto).
Altre bandiere nere per Palermo riguardano le specifiche di altre graduatorie ovvero quella dei giovani che non studiano e non lavorano (102esimo posto), quella delle imprese in rete e diffusione del reddito di cittadinanza (assegni ogni 1000 abitanti).
L'unico paramentro positivo, diciamo così, è quello relativo al tasso di natalità: qui Palermo risulta essere seconda in classifica.
L’indagine del Sole 24 Ore propone anche un focus su 25 indicatori, aggiornati tra il 30 giugno e ottobre di quest’anno, per "giustificare" la propria classica.
Tra questi: il Pil pro capite, le ore di cassa integrazione autorizzate, il Reddito di cittadinanza, i decessi e le nascite, le iscrizioni e le cancellazioni all’anagrafe e al registro imprese, il numero di bar e ristoranti, la litigiosità in tribunale.
È evidente dunque che a tenere le briglie della classifica sia la profonda crisi economica e sociale, che ancora non sappiamo bene che risvolti potrà avere in futuro.
Quel che appare evidente, invece, è che il Sud, in generale, si collochi nella parte bassa della classifica.
Le aree metropolitane del Mezzogiorno guadagnano posizioni al capitolo Demografia e salute, proprio perché il virus ha picchiato più duro altrove ma sono carenti in altre. Quest'anno chiude la classifica Crotone, preceduta da Caltanissetta, ultima lo scorso anno.
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