ARTE E ARCHITETTURA
Pellicole e film sperimentali: da Stromboli l'esperienza virtuale del Museo del Cinema
La volontà del progetto è quella di riportare alla luce, tramite vecchie pellicole fino anche di inizio '900, i luoghi onirici dell'isola e la vita di una piccola comunità
Rossellini Bergman a Stromboli
Nel dopoguerra Roberto Rossellini vi girò Stromboli (Terra di Dio), film che allora suscitò grande clamore, anche per la relazione tra il regista e la stupenda attrice Ingrid Bergman, con la quale sbarcò nel lontano 1949.
Da allora Stromboli e le isole Eolie sono state soggetto e scenografia dei grandi registi italiani: Vittorio De Seta, Michelangelo Antonioni, i fratelli Taviani, Massimo Troisi e Nanni Moretti, solo per citarne alcuni.
Stromboli è il luogo dove sopra tutto e tutti vi è il vulcano, semidio onnipresente e severo, protagonista della vita degli abitanti, gigante che ne osserva e determina il corso. Stromboli è il luogo stretto tra la minaccia del vulcano e la solitudine del mare, come lo descrisse Rossellini, dove ogni sforzo che dà significato alla vita quotidiana assume un senso differente.
Il Museo ci mostra Stromboli con un occhio diverso dalle classiche cartoline turistiche. La volontà è quella di riportare alla luce, tramite vecchie pellicole fino anche di inizio '900, i luoghi onirici dell'isola e la vita di una piccola comunità, quella eoliana, che ha vissuto per secoli ai margini della modernità: la vita del borgo marinaro, il ruolo delle donne nella vita sociale, la fatica della pesca, le case senza servizi e gli spostamenti a dorso di mulo.
E le immagini di un posto duro e inospitale, schiaffeggiato dalle forze del mare e del vulcano, luogo dalla memoria labile dove domina l'eterno, un "sempre" imposto dalla natura che cancella i cambiamenti e la storia. Vedere questi filmati ci restituisce il ritratto di una Sicilia ferma da secoli, visioni oniricche che sono sommamente evocative della antica condizione siciliana.
"Era necessario ritrovare qualcosa che narrasse questa realtà, che risvegliasse questa particolare identità della Sicilia - racconta Bouglex -. In particolare il Museo vuole trasmetterne i documenti alle nuove generazioni. Abbiamo ripreso un pezzo di storia della Sicilia che appartiene a tutti ma che rischiava di andare perso".
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