STORIE
Partono per imparare la lingua e restano lì: ora se vai a Dublino puoi mangiare siciliano
Andrea e Alessia sono due giovani siciliani emigrati all'estero che hanno portato con sè tutto il meglio della Sicilia, a partire dal buon cibo. Vi raccontiamo la loro storia
Andrea e Alessia
Non sapevano però che da lì a due anni, quella città avrebbe rappresentato la loro occasione non solo professionale, ma anche di vita.
I due, infatti, dopo quella esperienza nata come progetto a breve termini, non solo sono rimasti a Dublino ma sono riusciti anche a ritagliarsi uno spazio, avviando un'attività di ristorazione e portando con sè la loro amata Sicilia, a partire proprio dalla cucina.
Per raccontarvi la loro storia facciamo però un piccolo passo indietro.
Andrea e Alessia, rispettivamente di 32 e 24 anni, sono di due paesi in provincia di Catania (Ramacca e Scordia).
«Ci siamo conosciuti nel 2019 in occasione della registrazione del video musicale del singolo "Aspettando il Sole" del gruppo musicale Ramajca Boyz, di cui Andrea è uno dei componenti - racconta Alessia -. Da quel momento in poi non ci siamo più separati e dopo un periodo passato in Sicilia in cui abbiamo provato invano a trovare la nostra strada, abbiamo deciso di tentare la fortuna a Dublino».
«Il fratello di Andrea vive qui da più di 15 anni - spiega Alessia - e come sappiamo, trasferirsi dove si ha l’appoggio di qualcuno è molto più semplice, soprattutto se si tratta di un fratello».
Andrea infatti conosceva già la città irlandese. Lui, dieci anni fa, ci aveva già vissuto per due anni per poi trasferirsi a Londra per altri tre anni e infine tornare in Sicilia e conoscere Alessia.
Insomma, fare le valigie è stato più semplice ma nessuno dei due poteva immaginare che da lì a poco tempo avrebbero coronato uno dei loro più grandi sogni: quello di aprire un ristorante di cucina siciliana all'estero.
«Quando ci siamo trasferiti, il nostro obiettivo principale era quello di fare un’esperienza - racconta ancora Alessia -. Il mio più grande sogno, infatti, era quello di imparare l'inglese e per questo motivo ho iniziato a lavorare per la prima volta come cameriera in un ristorante».
Andrea, invece, aveva già alle spalle tanti anni di esperienza nel settore e ha utilizzato il suo background e i tanti sacrifici fatti nel corso degli anni per riuscire, piano piano, ad aprire un'attività tutta sua (insieme al fratello Luca).
Nasce così "Amuri", un nome scelto quasi per caso in una sera come tante passata a chiacchierare sul divano di casa, alla ricerca delle parole più belle che fanno parte della lingua siciliana.
Nella sua estrema semplicità però, Amuri rappresenta al meglio tutto l'amore che i due ragazzi hanno per la Sicilia, per la sua cucina e per le tradizione che - sottolineano - «non abbandoneremo mai».
Tradizioni e piatti tipici che rivivono a Dublino grazie a una squadra di chef siciliani che sono arrivati direttamente dall'Isola e che fanno conoscere così a cittadini e turisti tutte le ricette della nostra terra, garantendone l'autenticità.
Caponata, pasta alla norma, parmigiana e il cannolo sono solo alcuni dei piatti che compongono il menu, di cui tutti vanno già pazzi. «Ci piace definire Amuri, una "trattoria moderna" - spiegano i ragazzi - perché abbiamo cercato di unire la nostra tradizione culinaria all’eleganza della nostra location, rivisitando leggermente i piatti più buoni della nostra terra».
Adesso l'obiettivo è far conoscere a tutti la cucina siciliana emigrata all'estero. A tal proposito, grazie ad Alessandro Rizzo e alla sua pagina Facebook "Scordiensi in the world", i due ragazzi sono riusciti a diffondere il loro progetto ai loro compaesani sparsi per il mondo e sentirsi più vicini alla Sicilia.
Insomma, l'avventura è appena iniziata ma Andrea e Alessia hanno già in mente tanti altri progetti ed esperienze da vivere per far crescere la loro attività.
Uno tra tutti è il viaggio on the road a bordo della vecchia Fiat 500, con l'obiettivo di diffondere in giro per il mondo il loro grande "amuri" per la Sicilia anche grazie al loro canale Instagram in cui si chiamano (non a caso) "Coppia d'assi".
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