CRONACA
Palermitani ultimi in tutto: ma spunta fuori che nelle relazioni non ci batte nessuno
A Palermo non si rimane mai da soli, specialmente nelle difficoltà, esce fuori che un parametro che supplisce le tante carenze della città sono proprio i rapporti umani
Palermo, la Sicilia, e il Mezzogiorno in generale sono spesso tra le ultime posizioni nelle classifiche nazionali per quanto riguarda la qualità della vita. Ma c'è un parametro molto importante che non è mai stato preso in considerazione dai vari istituti di ricerca e che invece emerge essere fondamentale in città come Palermo: la rete di relazioni.
Dall'indagine sperimentale QualiPA del 2019, viene fuori una metrica non solo “economistica”, alla quale ci hanno abituati, ma “umanistica”, palermitana e mediterranea, ancora parziale ma vitale di qualità della vita.
QualiPA è un’Associazione di promozione sociale (APS) che ha come finalità quella di promuovere e realizzare un sistema di descrizione, valutazione e monitoraggio della qualità della vita nella Città di Palermo (Centro Storico), fondato su un ampio ascolto dei bisogni e delle opinioni di residenti e dei cittadini.
Dalla prima indagine condotta su un campione di trecento residenti del centro storico sulla qualità della vita, dal loro punto di vista è emersa una buona soddisfazione. I canoni della statistica sociale si sono mescolati alla semplice pratica dell'ascolto, i cittadini hanno risposto ad una serie di domande avendo in più la possibilità di esprimere bisogni e desideri. Quello che emerge è un quadro molto chiaro: i rapporti umani suppliscono le tante carenze della città, dai servizi al reddito in calo, fino al welfare sempre meno assicurato.
L’Osservatorio che si sta immaginando e progettando non vuole costruire una raccolta di informazioni facendo ricorso a una “semplice” rilevazione statistica condotta attraverso intervistatori, quanto creare un canale di contatto diretto con le persone, raccogliendo interviste ed effettuando incontri dedicati, allargando successivamente la partecipazione alle istituzioni.
Fino a configurare e far funzionare un “Laboratorio” sociale che costruisce uno “spazio dell’ascolto” della città, a partire dai suoi quartieri e dalle sue comunità.
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