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Non solo pasta e polenta: non sai che per milenni la Sicilia fu "patria" del riso

Dopo più di un secolo di assenza sta facendo ritorno in Sicilia, grazie alla passione e alla determinazione di alcuni agricoltori che riportano in vita questa antica coltura

Erika Diliberto
Giornalista
  • 23 settembre 2024

Le risaie in Sicilia

Non tutti sono a conoscenza che nel cuore del Mediterraneo, tra la storia antica e le influenze culturali di popoli diversi, si cela un'antica pratica agricola che ha plasmato il paesaggio e la cultura dell’isola: la coltivazione del riso.

L'odore della storia permea ogni risaia siciliana, raccontando una saga millenaria che mescola influenze remote, tradizioni agricole e trasformazioni socioeconomiche.

Le prime menzioni storiche risalgono al periodo dell'antica Grecia, quando Diodoro Siculo, erudito greco-romano originario di Agira, in provincia di Enna, menzionò il riso nella sua "Bibliotheca Historica" tra il 60 e il 30 a.C .

Ma fu nell'VIII secolo d.C., in concomitanza con la diffusione del cereale in Spagna, che le coltivazioni della pianta iniziarono a diffondersi anche in Sicilia, portate dagli Arabi che dominavano l'isola in quel preciso periodo.

L'anno 875 d.C. segna poi un momento significativo nella storia del riso siciliano: in quel tempo, quest’ultimo era tassato, così come le altre derrate alimentari, testimonianza del suo valore economico e della sua diffusione nella società dell'epoca.
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Nel XII secolo, l'agronomo arabo Ibn-al’Awwam descrisse minuziosamente le complesse fasi relative alla sua coltivazione, offrendo preziose informazioni sulle tecniche agricole dell'epoca.

Tra Siracusa e Catania si estende la vasta zona paludosa della piana di Lentini, dove si crede che la coltivazione del riso abbia avuto luogo per secoli, fino ai tempi più recenti.

La provincia di Palermo, insieme ad Agrigento e Enna, ha visto la coltivazione del prezioso cereale svilupparsi nel corso dei secoli. Nel 1579, un centro di coltivazione fu stabilito presso la foce del fiume Jato, nella provincia di Palermo, segnando un altro passo significativo nella storia del riso siciliano. Oltre a queste zone, il riso veniva coltivato anche in provincia di Agrigento, nelle campagne di Centuripe e Regalbuto.

Lo storico Carmelo Trasselli (1910-1982) nel suo saggio ‘Produzione e commercio dello zucchero in Sicilia dal XIII al XIX secolo’ scrisse di coltivazioni di riso presenti nelle zone tra Termini Imerese e Campofelice di Roccella che sostituivano le piantagioni di canna da zucchero a causa delle mutate condizioni idriche.

Ma se un tempo le risaie siciliane erano fiorenti, nel 1912 la situazione cambiò drasticamente: rimasero, infatti, solo 252 gli ettari coltivati nella provincia di Siracusa e altri 275 ettari in quella di Catania. Il perché di questo declino rimane, ancora oggi, oggetto di dibattito tra gli storici e gli studiosi.

Alcuni sostengono che ragioni politiche ed economiche abbiano giocato un ruolo fondamentale. Durante il periodo dell'Unità d’Italia, infatti, furono intraprese diverse misure volte a disincentivare le coltivazioni nell'isola, preferendo invece promuovere quelle del Piemonte e della Lombardia.

Durante il regime fascista, interventi come la "bonifica integrale", ovvero la realizzazione di bonifiche in diverse parti d’Italia, posero fine alla presenza delle zone paludose ed acquitrinose dove veniva coltivato il riso, responsabili a detta loro, di problemi di tipo ambientale e sanitario.

Dopo più di un secolo di assenza, il riso sta facendo però il suo ritorno in Sicilia, grazie alla passione e alla determinazione di alcuni agricoltori che stanno riportando in vita questa antica coltura.

La nuova ed emergente avventura agricola si sta concentrando principalmente nella Piana di Catania e nell'entroterra Ennese, dove alcuni imprenditori agricoli hanno deciso di investire nella produzione del cereale. La reintroduzione del riso in Sicilia è stata resa possibile, va detto, grazie alla collaborazione che si è instaurata tra gli agricoltori locali e alcuni docenti e ricercatori.

Questa sinergia ha permesso di studiare e identificare le condizioni ottimali per la coltivazione del riso nell'ambiente siciliano. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Sicilia offre condizioni favorevoli per lo sviluppo del riso, soprattutto in presenza di terreni pesanti e ben livellati, con elevate disponibilità idriche.

A detta poi di alcuni esperti del settore, la presenza di terreni non afflitti da fenomeni di stanchezza del suolo la rendono una delle poche regioni italiane in cui il riso può essere coltivato con successo utilizzando pratiche di agricoltura biologica.

Questa caratteristica sta diventando un fattore trainante per la reintroduzione del cereale, poiché, oggi, sempre più consumatori sono alla ricerca di prodotti biologici e sostenibili.

Inoltre è doveroso ricordare che la produzione del riso offre un'ottima alternativa alle colture tradizionali a ciclo primaverile-estivo, garantendo un reddito stabile agli agricoltori e contribuendo alla diversificazione delle colture nell'isola. Nonostante le sfide e le incertezze del presente, c'è una crescente consapevolezza dell'importanza di preservare e valorizzare questa antica tradizione, riscoprendo il legame profondo tra l'uomo, la terra e il cereale che ha nutrito generazioni di siciliani attraverso i secoli.

Con cognizione di causa, è possibile affermare oggi, che la coltivazione del riso in Sicilia rappresenta un connubio affascinante tra tradizione e innovazione, storia e futuro.

Le risaie siciliane non sono solo testimoni del passato glorioso dell'isola, ma anche simboli viventi della sua resilienza e della sua capacità di adattarsi ai cambiamenti, preservando nel contempo le sue radici culturali più profonde.
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