Non riconoscono Antibo e gli vietano di entrare: allo Stadio delle Palme (ora) si paga
L'ex fuoriclasse era arrivato lì per assistere agli allenamenti di alcuni atleti ma gli addetti non hanno voluto sentire ragioni: per entrare bisogna pagare l'ingresso

Lo Stadio delle Palme "Vito Schifani" di Palermo
Salvatore Antibo, uno dei mezzofondisti europei più forti di tutti i tempi, orgoglio della Sicilia e originario di Altofonte, è stato bloccato all'ingresso dello stadio delle Palme di Palermo, e non fatto passare.
L'ex fuoriclasse era arrivato lì per assistere agli allenamenti di alcuni giovani atleti ma aveva scordato il tesserino. Gli addetti non l'hanno riconosciuto e non hanno voluto sentire ragioni: per entrare adesso bisogna pagare l'ingresso.
La tariffa prima era riservata all'utilizzo degli spogliatoi, ma dal 4 febbraio il Comune ha attivato dei controlli all'ingresso dello stadio "Vito Schifani" inserendo un biglietto unico della cifra di due euro per accedere all'intera struttura.
Il biglietto è obbligatorio per superare i cancelli d'accesso e consente la fruizione della sola area esterna (la pista interna è sempre stata riservata ai soli iscritti delle società sportive).
«A seguito di continue segnalazioni da parte di alcune società sull'uso indiscriminato dell'impianto da parte di soggetti non autorizzati - spiega il Comune - abbiamo istituito un unico ingresso con accurato controllo su chi può accedere.
Per quanto riguarda l'utenza pubblica può accedere previo pagamento del biglietto alla pista esterna e agli spogliatoi. La pista in tartan e le aree tecniche sono riservate ai tesserati che espletano attività specifiche così come previsto dal Regolamento della Struttura».
Insomma se si vuole correre ma non si è iscritti a una società sportiva bisognerà pagare un ticket quasi equivalente a quello d'ingresso alla piscina olimpica poco distante (3,50€), ricevendo in cambio però molti meno servizi.
Per l'ingresso dei non tesserati allo Stadio Vito Schifani è stato istituito anche un abbonamento mensile del costo di 14 euro.
Molti sportivi e corridori amatoriali, che da anni frequentano lo Stadio senza aver mai uscito un euro dalla tasca, non ci stanno. A fare da portavoce è lo stesso Antibo: «Un impianto è definito pubblico se ha una funzione sociale.Tutti i cittadini devono avere la possibilità di praticare lo sport.
I responsabili dell'impianto devono assicurare, la buona gestione, la piena utilizzazione dell'impianto in tutta sicurezza e facilitare l'accesso agli svantaggiati, senza scopo di lucro. Quando non si è in grado di garantire un servizio, non è vietando l'accesso che risolvi il problema.
Ho letto che il Comune ha fatto delle restrizioni per arginare il vandalismo, benissimo ma lo sport è il primo motore di rigenerazione sociale. Sempre dalla parte dei più deboli, perchè lo sport è un diritto!!!»
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