NUOVI SPAZI
Non è un museo sulla mafia ma "memoria viva della Strage": a Capaci nasce MuST23
Raccontare un territorio che non è solo un pezzo di autostrada saltato per aria. Apre il 3 giugno nella cittadina che per il mondo è sinonimo dell'attentato a Falcone
Nasce "MuST23", il Museo Stazione 23 maggio a Capaci, nella cittadina che nel 1992 per il mondo, diventò sinonimo di strage. Addiopizzo Travel e Capaci No Mafia presentano il primo step di un museo immersivo, che mira alla creazione di uno spazio di fruizione culturale permanente.
Finanziato in gran parte da Invitalia (con la misura cultura crea 2.0) e da Legacoop e Coopfond, MuST23 non è un museo sulla mafia, né tantomeno sulla strage del ‘92, ma un luogo dove la storia si racconta per comprenderne le dinamiche e ricostruire un senso. Lo spazio utilizzato è quello dell’ex stazione ferroviaria di Capaci, concessa in comodato d’uso gratuito da RFI (Rete Ferroviaria Italiana).
In particolare, nello spazio dello scalo merci in disuso sono stati allestiti cinque container dai colori accesi: due sono sale immersive con visori e realtà virtuale per "entrare" in autostrada immediatamente dopo l’esplosione, ascoltare testimonianze, guardare immagini di repertorio; un terzo container contiene nove monitor per vedere e ascoltare le parole di Giovanni Falcone.
Dodici visori Meta Quest 3 consentono di essere proiettati, grazie alla realtà virtuale, in autostrada nei secondi immediatamente successivi all’esplosione.
L’esperienza, ideata da MuST23 e realizzata dalla cooperativa Mediterranei, dura circa 20 minuti e permette di ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti, dei soccorritori, dei primi testimoni. Interagendo con gli oggetti presenti in autostrada, infatti, partiranno filmati di repertorio dagli archivi della Rai, media partner del museo.
Le voci di fondo che si sentono sono i messaggi radio autentici della polizia, tratte da "Voci di Capaci", il documentario di Ernesto Oliva e Antonio Prestigiacomo. Partire da quell’evento drammatico diventa strumento narrativo per raccontare, attraverso le nuove tecnologie, la resistenza alla mafia e l’impegno per la valorizzazione del territorio: dall’importante lavoro del giudice Falcone all’impegno della società civile, dagli arresti dei più importanti boss alle eccellenze siciliane.
«MuST23 nasce per diversi motivi e con diversi obiettivi - dice Dario Riccobono, direttore responsabile di MuST23 - vogliamo che la figura di Giovanni Falcone non venga dimenticata; e vogliamo raccontare quel 23 maggio ‘92 per quello che è stato per noi, l’inizio di un cammino di riscatto e di liberazione. L’obiettivo è quello di informare, educare ma anche emozionare.
Scuotere le coscienze per spingere all’impegno. Conoscere quello che successe oltre 30 anni fa, quando nessuno degli studenti di adesso era ancora nato, riduce il rischio di indifferenza alle mafie».
MuST23, nelle intenzioni dei responsabili, non sarà solo un museo: ma innanzitutto un progetto di rigenerazione urbana, un progetto per Capaci, paese che si porta addosso un ingombrante fardello; e che invece si vuole mostrare nella sua bellezza e nella voglia di reagire alla violenza mafiosa. MuST23 ambisce a diventare un hub culturale, una casa delle associazioni, un cinema sotto le stelle, un teatro, un luogo di aggregazione giovanile, tutto quello che adesso Capaci non ha.
«Un’area, l’ex stazione ferroviaria di Capaci, che viene destrutturata nella sua funzione nativa - afferma il direttore artistico Davì Lamastra - per rinascere come spazio di confronto, di racconto vero, libero e concreto di umanità che lotta per una nuova e positiva rinascita. Uno spazio che dialogherà tramite elementi artistici, riferimenti culturali e concettuali, tecnologie multimediali e interattive».
L’inaugurazione con la comunità di Capaci è mercoledì 22 maggio dalle 20.45: tra gli ospiti, il regista e autore Pif, l’attore, scrittore e regista teatrale Davide Enia, il Procuratore Capo di Palermo Maurizio de Lucia, lo storico John Dickie, l’attrice Daria D’Aloia – di CCO Crisi Come Opportunità, il giornalista Salvatore Cusimano, che condusse la diretta Tg1 sulla strage di Capaci.
Dal 3 giugno, MuST23 apre al pubblico. MuST23 è un progetto di Addiopizzo Travel e Capaci No Mafia con la direzione artistica di Davì Lamastra, finanziato da Invitalia (misura Cultura Crea 2.0), Legacoop, CoopFond, Fondazione Pico, Google.org e Banca d'Italia, con il gratuito patrocinio del Comune di Capaci.
Rai e Ansa, che hanno dato accesso ai loro materiali d’archivio, sono anche media partner. Il ticketing è curato da Coopculture. Contributi sono arrivati da Leroy Merlin Italia, Fillea Cgil Palermo, Cassa Edile Palermo. Gli spazi sono concessi in comodato d’uso gratuito da RFI.
«È un progetto che guarda alle generazioni più giovani, che non hanno vissuto quegli anni terribili, ma devono fare in modo, attraverso l’ impegno e coinvolgimento, che quegli anni non debbano più tornare» dice il sindaco di Capaci, Pietro Puccio.
Per Luigi Gallo, responsabile Incentivi e Innovazione Invitalia, «il progetto MuST23, che Invitalia ha supportato e accompagnato in tutte le sue fasi, rappresenta un esempio di impresa sociale che coniuga cultura della legalità, memoria e rigenerazione urbana a partire dagli asset della cultura e della creatività».
Interviene Dario Lo Bosco, presidente Rete Ferroviaria Italiana, La stazione diventa museo, luogo di cultura e memoria, area di aggregazione e di valori comuni: MuST23 è un viaggio nella resistenza alla mafia, attraverso i ricordi dell’importante lavoro del giudice Falcone"; mentre per il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, «MuST23 è testimonianza preziosa della volontà di coltivare l’eredità di Falcone, Borsellino e di tutti coloro che hanno lottato contro la mafia per affermare legalità e diritti».
Per Giovanna Barni, presidente di CulTurMedia, «MuST23 è veramente il primo museo di comunità: un patrimonio culturale di memoria condiviso, radicato, attualizzato e proiettato verso il futuro. Non poteva che avere origine e forma cooperativa come patrimonio intergenerazionale che guarda ad un nuovo umanesimo».
A Capaci non c’era fino ad oggi una libreria che fosse anche punto di incontro culturale: Feltrinelli è partner del nuovo museo e "abiterà" uno dei container, ovviamente rosso: un polo di fruizione culturale permanente, testimonianza di impegno civico nella resistenza alla mafia e punto di riferimento per la collettività.
Tra i 2000 titoli a disposizione, una proposta editoriale che valorizza la storia e l’arte locale con focus su temi dell’antimafia e legalità. E una sezione di libri per bambini per invitarli alla conoscenza di una pagina della storia ancora rilevante per tutti noi.
«Quando nasce una libreria nasce un luogo di aggregazione e dibattito, un nuovo spazio dove le idee si intrecciano e si diffondono e il senso di comunità e di responsabilità civile si alimenta con la potenza dei libri” spiega Alessandra Carra, amministratrice delegata del Gruppo Feltrinelli.
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