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Non è solo bello ma è anche un "Borgo Autentico": Caccamo ottiene il prestigioso riconoscimento

Il borgo medievale a pochi passi da Palermo ottiene un riconoscimento che consente di costruire sinergie con i borghi più attrattivi di Italia nell'ottica dello svilluppo turistico

Balarm
La redazione
  • 23 gennaio 2021

Il Castello di Caccamo in una ripresa dall'alto

La città di Caccamo è ufficialmente tra i borghi "Autentici d’Italia". Un riconoscimento prestigioso ed autorevole che consentirà di costruire sinergie con i borghi più attrattivi d’Italia. Classificato dall’Associazione Nazionale dei Borghi Autentici, il borgo caccamese è uno dei più belli e caratteristici d’Italia.

Caccamo (in provincia di Palermo) sorge all’altezza di 502 metri dal mare; adagiato sulle pendici del monte San Calogero, si sporge sull’ampia valle del fiume San Leonardo, dove risalgono le prime sue origini , quando i cartaginesi, nel 480 A.C. si rifugiarono dopo la disfatta di Himera per mano del tiranno Siracusano Gelone.

Per la presenza di alcuni casali, sono state rinvenute tracce arabo-saracene e nell’800 d.C. sono state trovate anche tracce bizantine in un insediamento urbano di nome Cucumo.

Le notizie certe su Caccamo iniziano nel 1093 quando al conte Ruggero, insieme a Brucato, venne assegnata alla giurisdizione della chiesa di Agrigento.
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Nel 1094 la Baronia di Caccamo fu assegnata a Goffredo de Sageyo. Seguirono le signorie di Matteo Bonello, di Paolo Cicala, dei Vescovi palermitani, in primis con Berardo de Castaga, consigliere personale e amico fidato di Federico II, della potente famiglia Chiaramonte, dei Prades, Cabrera, Enriquez, Amato e De Spuches, fino al 1963 quando il castello fu acquisito dalla Regione Siciliana ed in atto è gestito dall’Amministrazione comunale.

Oltre al poderoso e inespugnabile Castello, situato all'inizio del comune, si possono visitare la Chiesa Madre e quella della SS. Annunziata, ricche di pregevoli opere d’arte.

La Chiesa di San Benedetto alla Badia, gioiello di arte barocca, con il prezioso pavimento maiolicato del XVIII secolo già attribuito al Sarzana e recentemente a Giuseppe Gurrello; la Chiesa di S. Maria degli Angeli, legata al Convento dei Padri Domenicani è particolarmente significativa per la grande devozione perché costruita fra il 1487 e il 1492 dal domenicano caccamese Giovanni Liccio, poi beatificato nel 1753,e oggi luogo di cui si conserva le venerate spoglie.
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