NUOVI SPAZI
Nasce a Ustica il primo Polo interattivo museale: si realizza il sogno di Sebastiano Tusa
Sono coinvolti nell'iniziativa il Comune di Ustica e la Sovrintendenza del Mare della Regione Sicilia, che opera in sinergia con il dipartimento di archeologia dell'università di Malta
Sebastiano Tusa
Fra queste, una in particolare coinvolgerà l'isola di Ustica, perla del Mediterraneo che, oltre ad una bellezza naturale, custodisce nei suoi fondali un enorme patrimonio archeologico, portato a galla - è il caso di dire - dagli studi lanciati, anni fa, dal compianto archeologo Sebastiano Tusa.
Già individuata come sito "Covid free" - dunque ancor più attrattiva dal punto di vista turistico - a renderla ancora più attraente dal punto di vista culturale sarà il nuovo progetto, che si sta portando avanti proprio in questi giorni, che svelerà altre bellezze custodite in fondo al mare.
Nella fattispecie sono coinvolti nell'iniziativa il Comune di Ustica, che metterà a disposizione il luogo, quattro strutture già esistenti, da recuperare, all'interno del Villaggio Preistorico, la Sovrintendenza del Mare della Regione Sicilia, che opera in sinergia con il dipartimento di archeologia dell'università di Malta, per l’elaborazione del contenuto scientifico che verrà esposto.
«La Sovrintendenza del Mare - ci ha detto la direttrice Valeria Li Vigni - insieme al personale all'avanguardia messo a disposizione dall'Università di Malta, con la quale abbiamo avviato un percorso di scoperta e approfondimento legati ai relitti alto fondali, sta lavorando al reperimento del materiale scientifico, storico e tecnico in merito a questo primo relitto individuato alla profondità di 80 metri.
Abbiamo sin da subito ritenuto opportuno lasciare in situ il relitto, sia perché, grazie alla profondità in cui si trova, non è a rischio bracconaggio; sia perché sarebbe molto costoso recuperarlo e anche perché rientra nella visione delle linee guida Unesco la possibilità di lasciare in custodia al mare alcuni reperti».
A dirigere la squadra di altofondalisti siciliani e maltesi è il documentarista Riccardo Cingillo che sta conducendo le riprese del relitto che, proiettate all’interno del museo subacqueo, riproporranno le immagine in diretta dal sito, realizzando per la prima volta in Italia un tale sistema.
Sono stati montati, contestualmente, anche degli idrofoni che consentono di registrare i suoni, necessari per lo sviluppo del progetto. «L'obiettivo - ci ha detto la Li Vigni - è quello di realizzare anche un prototipo 3D dello stesso relitto che, grazie alle tecniche moderne, permetterà una ricostruzione integra e fedele del relitto che risale, più o meno, al periodo a cavallo tra il I e II secolo a.C.».
All'interno del museo, dunque, si potrà vedere in diretta il relitto, ascoltare i suoni reali del profondo mare, e toccare anche il modello 3D, realizzando un’esperienza culturale multi sensoriale.
«Questa prima circostanza - ha continuato la Li Vigni - ci ha aperto a nuove prospettive legate allo studio del periplo dell’Isola in materia di alto fondalismo, alla ricerca di tanti relitti che certamente sono custoditi ad una profondità tale che, finora, non ha permesso la loro individuazione.
Siamo sicuri che saremo testimoni di importanti scoperte che andranno ad arricchire, in forma diversa, scientificamente all’avanguardia, l’importante patrimonio già recuperato».
Il relitto venne avvistato, per la prima volta, dal documentarista Cingillo durante un'immersione con il batiscafo, subito dopo il posizionamento di un'opera in marmo in memoria di Sebastiano Tusa.
«Entro il 2023 il progetto - ci ha detto il presidente del Consiglio comunale di Ustica Francesco D'Arca - dovrà essere concluso e consegnato alla comunità. È un progetto certamente ambizioso che ha avuto la cura e il sostegno anche da parte dell’Assessorato Territorio e Ambiente, oltre che dall’Assessorato ai Beni Culturali, ottenendo un finanziamento volto alla valorizzazione del patrimonio terreste e marino dell’Isola.
Quello che si realizzerà sarà un Polo interattivo museale intitolato, certamente, a Sebastiano Tusa, fu lui, infatti, a mettere in campo l'idea di lasciare in situ relitti ben custoditi già dal mare, pensando ad una fruizione alternativa alla portata di tutti.
Il futuro di Ustica è legato al turismo sostenibile e alla cura del suo immenso patrimonio naturalistico. Un'azione del genere metterà in campo un’attrattiva nuova per il territorio, anche nei mesi non prettamente turistici».
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