PERSONAGGI
Morì in Sicilia con l'abito bianco e uno sparo al cuore: la triste storia di una grande artista
Il suo talento per l'arte contemporanea e la sua vita travagliata segnarono la vita e la morte della pittrice, trovata avvolta in una veste candida e ricoperta di fiori
La tomba di Ginevra Bacciarello
Il volume, dato alle stampe nel 1991, è stato redatto a seguito di un lungo e meticoloso lavoro di ricerca storica. L’ autore si è, altresì, avvalso delle testimonianze rilasciate dai discendenti della donna. Malgrado ciò, tuttora le dinamiche della sua morte sono avvolte da un alone di mistero.
Ad ogni modo, siamo a conoscenza che l’artista nacque da una famiglia alquanto benestante. La madre, Caterina Turco, morì quando lei era ancora bambina.
Nel 1905, dopo la perdita del genitore, ricaviamo notizia che si trasferì a Roma insieme al padre. Quest’ultimo, inoltre, esercitava la professione di ingegnere e funzionario delle ferrovie. Durante il soggiorno nella nuova città, Ginevra si dedicò allo studio approfondito dell’arte.
I due, innamoratisi perdutamente, decisero di convolare a nozze il 28 maggio 1912. Il giorno successivo al matrimonio, nonostante la contrarietà del padre, diede una svolta alla propria vita seguendo il proprio marito ad Acireale. Tuttavia, la scelta del trasferimento fu per Ginevra l’inizio di tanti disagi.
Basti pensare che, a distanza di qualche giorno, i rapporti con Luciano furono segnati da aspri contrasti. Non passò molto che i due prendessero la decisione di separarsi.
Luciano andò ad abitare con la madre, invece la consorte prese casa in affitto. Ciononostante, pochi mesi dopo, entrambi si rappacificarono e acquistarono dimora in un’abitazione di via Currò. Per di più, animati dalla medesima passione per le arti, fondarono un prestigioso circolo culturale dedicato a Vincenzo Bellini. Malauguratamente, i problemi non tardarono a manifestarsi ancora una volta. Difatti, Ginevra incontrò l’ opposizione di una società fortemente patriarcale che tendeva a relegare le donne al ruolo di “angelo del focolare".
Come se non bastasse, il coniuge le spezzò il cuore tradendola innumerevoli volte con diverse amanti. La soffocante realtà sociale e l’infedeltà del marito furono le cause principali della malinconia della giovane artista. La vera tragedia, però, accadde il 9 luglio 1913.
Quel giorno, Ginevra fu ritrovata esanime nella propria casa di via Currò. Si tramanda che la causa del decesso fu uno sparo dritto al cuore. Il corpo, avvolto in una lunga veste bianca chiusa, era stato interamente ricoperto di fiori. Accanto al cadavere era presente un biglietto che recitava: "La luna e le stelle accoglieranno l’anima di Ginevra Bacciarello".
A tal riguardo, sono emerse varie teorie che contemplano le rispettive ipotesi di suicidio o uxoricidio. I più sospettano che l’artefice dell’assassinio sia stato il consorte e scultore Luciano Condorelli.
Stranamente, a seguito della sua dipartita, nessuno aprì un’indagine per la risoluzione del caso. La tomba monumentale, sita al cimitero di Acireale, fu scolpita dal coniuge stesso. Della povera artista rimane una preziosa opera, denominata La Madonna dei Cipressi, ad oggi custodita all’interno della cappella dell’Eremo di Sant’ Anna.
In ogni caso, di recente, per merito della giornalista acese Mariella Di Mauro, è stato intitolato uno slargo in memoria di Ginevra.
Come evidenziato dalla Di Mauro "l’iniziativa deriva dalla volontà di rendere omaggio ad un esponente dell’arte contemporanea che ha contrassegnato la storia della città di Acireale".
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