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Ambienti raffinati e decori Liberty: la Spa dei primi del '900 nascosta sotto Palermo

Praticamente caduti nel dimenticatoio, si trattava di bagni pubblici per i viaggiatori o per chi non possedeva il bagno a casa. All'interno anche negozi, terme e parrucchiere

Balarm
La redazione
  • 8 febbraio 2018

I "Bagni Cobianchi" si estendono per circa 80 metri quadrati sotto la via Roma

Forse non tutti sanno che nei primi anni del Novecento l’imprenditore bolognese Cleopatro Cobianchi fece costruire degli alberghi diurni in alcune città d’Italia, da Milano a Palermo.

A Milano si trovano a pochi passi dal Duomo e varie volte il Comune ha pensato di restaurarli e riaprilri, a Palermo invece i "Bagni Cobianchi" si estendono per circa 80 metri quadrati sotto la via Roma e l'ingresso era (ed è) all'altezza del civico 18.

Decorati con marmi e mosaici in perfetto stile Liberty, si tratta di bagni pubblici per i viaggiatori o per chi ancora non possedeva il bagno a casa: al loro interno però non soltanto le toilettes ma negozi, terme, parruccherie e biglietterie ferroviarie.

Fu intorno agli anni Sessanta che iniziarono a essere dimenticati e nessuno ha pensato di mantenerli vivi con progetti alternativi e naturalmente di restauro, non si possono infatti nemmeno visitare.

Luoghi d'incontri oltre che di pulizia, gli alberghi diurni funzionavano come i moderni centri benessere ma al servizio della società. All'ingresso c'erano delle tabelle in cui venivano indicati i differenti servizi forniti e il relativo costo mentre gli interni erano curati con dettagli raffinati e arredi Art decò per cui si entrava in Diurno per necessità ma anche per rilassarsi.
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Luoghi anche fondamentali per chi viaggiava ma anche spazi destinati alle relazioni sociali, che non solo davano dignità ai servizi igienici pubblici ma sottolineavano l'importanza del ruolo del "pubblico" nella società.

A Palermo dei bagni Cobianchi esiste appena la struttura, che si allunga per 80 metri sotto le fondamenta del Teatro Biondo in via Roma: un recupero sarebbe impensabile oltre che parecchio costoso che sicuramente non può ricadere sulle tasche dell'amministrazione pubblica.

Cleopatro Cobianchi ebbe l'idea nel 1911 quando era di ritorno da Londra, metropoli in cui erano già diffusi nella metropolitana: i prini a nascere furono quelli di Bologna.

Uno dei gesti galanti di quella Palermo votata alla civiltà che oggi, in teoria, potrebbe riprendere a fare.
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