ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

Mare turchese, sabbia finissima e spiagge incontaminate: qui c'è una Sicilia "caraibica"

Un tour in un posto straordinario dove la natura fa da padrona. La sua bellezza è nella diversità dei luoghi tra spiagge, mare e una rigogliosa macchia mediterranea

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 16 agosto 2024

La spiaggia di Calamosche nella riserva naturale di Vendicari (Siracusa)

La Riserva è un luogo protetto dove la padrona di casa è la natura, dove i nostri comportamenti, spesso irrispettosi non sono consentiti: siamo ospiti sottoposti a regole e attenzione.

La Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari si affaccia su un mare turchese, istituita nel 1984 dalla Regione Sicilia, si estende per 1512 ettari.

Senza ombrelloni, sdraio, ristoranti, servizi richiede tempo e adeguato equipaggiamento per visitarla, inutile e faticoso andare per poche ore. La sua bellezza è nella diversità tra costa rocciosa e sabbiosa varietà di alberi e una rigogliosa macchia mediterranea. Ha pantani salmastri, acqua dolce e saline.

Le paludi sono luoghi di sosta per quelle specie che dal deserto del Sahara, raggiungono i luoghi di nidificazione in Nord Europa, tra questi stupendi fenicotteri, trampolieri e cicogne che è possibile osservare (Birdwatching) nei capanni predisposti. Qui l’Africa è a 350 Km in linea d’aria.
Adv
Eloro, Marianelli, Calamosche, Vendicari e San Lorenzo fuori della Riserva, sono gli accessi, ognuno con particolarità: Eloro deve il nome a una città greca, sono ancora visibili i resti delle abitazioni, con un tracciato stradale che collegava la colonia greca a Siracusa.

Il parcheggio è a 300 metri dal mare. Qui si troverà sabbia finissima, mare cristallino, macchia mediterranea e pantani.

Tutta la riserva di Vendicari ha un grande fascino tra natura e storia, infatti, poco più a sud, di epoca bizantina, c’è la “Cittadella dei Maccari” con una Cuba a pianta quadrata con 3 absidi e una Necropoli. Particolare è l’accesso di Marianelli che porta alla zona della Riserva più selvaggia e solitaria.

Dal parcheggio si cammina per poco più di un Km per arrivare a un fondale basso con acque trasparenti. Questa parte della riserva è frequentata da naturisti, i primi che arrivarono 40 anni fa.

La cura, l’attenzione, la tutela che hanno questo posto, in linea con la filosofia naturista, hanno portato la Forestale Regionale e il Comune di Noto ad avere un occhio benevolo nei loro riguardi, consentendo la pratica naturista anche se non autorizzata da una delibera, come in altre parti d’Italia.

Ricordiamo che la prima spiaggia autorizzata fu nel 1999 a Capocotta a circa 20 Km da Roma. I Naturisti del tutto dediti al rispetto della natura, fungono inoltre da controllo per comportamenti che potrebbero essere illeciti monitorando in maniera attenta questo tratto di mare, “ essere nudi non vuol dire sentirsi liberi di avere comportamenti deprecabili”.

Il movimento naturista nato nel XIX secolo nell’Europa Occidentale si pone come obiettivo di ristabilire un equilibrio nella vita, favorendo il pieno rispetto verso le persone, gli esseri viventi, e la natura, che può essere espresso, anche, con la nudità.

Ogni esibizionismo o promiscuità “en plein air” è censurato e osteggiato; una lotta che il movimento naturista porta avanti da sempre, anche perché è stato spesso associato a queste condotte in maniera arbitraria e strumentale.

Tra le spiagge e il mare più bello della Riserva c’è sicuramente Calamosche, è uno dei posti più frequentati con il suo mare caraibico. È una caletta di circa 200 metri racchiusa tra due piccoli promontori. Con il mare sempre calmo, fare snorkeling può essere esaltante, spiando la vita delle specie marine tra anfratti e grotte, ricordando che non è consentita la pesca.

Il parcheggio è a circa 1 km. Il fatto che sia così piccola la fa diventare meta ambita e si riempie molto facilmente.

Quello di Vendicari è un accesso che porta un lungo litorale dal fondale sabbioso dove è presente per pochi metri la Poseidonia, alga marina assolutamente innocua. Di fronte ha l’isolotto di Vendicari, una volta abitazione del Rais, termine arabo che indica il capo della Tonnara.

Qui erano catturati tonni e sgombri che dopo la stagione degli amori, riprendevano il mare. La presenza delle saline costituiva inoltre un elemento prezioso, perché tramite questo avveniva la salatura e quindi la conservazione del pesce. Nei periodi di grande lavoro potevano esserci fino a 2 Rais e 44 tonnarorti.

Nel 1655 la Tonnara fu acquistata da un nobile di Avola e continuò la sua attività a lungo tra alti e bassi, chiudendo definitivamente dopo lo sbarco degli Alleati nel 1943. Questa Tonnara rientra in quella che oggi è chiamata Archeologia industriale. Oltre a questo luogo da visitare, vi sono i resti di una Torre Sveva del 1400 voluta da Pietro D’Aragona duca di Noto e fratello di Alfonso V Re di Spagna e di Sicilia, costruita non solo per difendere i magazzini da Saraceni e Barbareschi, ma per segnalare l’arrivo di “ospiti indesiderati”. Posta sul mare ha ancora un grande fascino e non è difficile immaginarla con garitte, vedette, cannoni e ponte levatoio.

San Lorenzo abbiamo detto, si trova al di fuori della riserva pur condividendo le stesse caratteristiche, ha un litorale attrezzato e facile da raggiungere.

Ricca di opportunità e biodiversità, tra tutti gli accessi, sono rimasta colpita da Marianelli che riporta al concetto di “Paradiso Perduto”. Sebbene il parcheggio si trovi lontano è possibile camminare tra limoni, mandorli, mirti, rosmarino, lentisco e palma nana. Il sacchettino di mandole tostate, salate o dolci, che vi daranno in omaggio al parcheggio, sarà un ottimo viatico per affrontare il lungo percorso.

La frequentazione naturista non rappresenta un problema, rispettosi della propria e altrui libertà, oltre alla possibilità di distanziarsi, renderà tranquilla la giornata a chi non ha mai praticato il naturismo e non desidera farlo.

Un paesaggio quasi onirico quello che si presenterà, anche per i numerosi tronchi scarnificati e bianchi portati dal fiume Tellaro durante una tempesta. Sembra un set cinematografico di qualche pellicola che racconta l’approdo di naufraghi arrivati fin qui da quella che chiamiamo civiltà.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI