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Voci dal mercato: festa di colori per l'animo siciliano

  • 10 aprile 2006

L’ultimo lavoro di Andrea Zanfi, dal titolo evocativo “Vivo è… i mercati del pesce in Sicilia” (Carlo Cambi Editore, pagg. 268, formato 32x32, euro 60) è un itinerario insolito per “viaggiatori attenti”, cioè quelli a tutto tondo, che non s’accontentano delle bellezze storiche e architettoniche, ma spingono oltre il proprio sguardo, nei luoghi della quotidianità della gente, laddove le diverse cromie, i suoni e gli odori si fondono mettendo in scena l’animo di chi ospita. Scrittore toscano, Zanfi, con la passione per l’enogastronomia, ci offre questo itinerario tra i mercati siciliani del pesce. Un percorso suggerito e raccontato con l’intento di far conoscere un luogo, il mercato appunto, che l’autore definisce una «aula didattica a cielo aperto», a cui rivolgersi per apprendere i mille segreti di quella “sicilianità” inafferrabile, già cimento per numerosi narratori, che esplica la sua eloquenza nella vivace gestualità e nelle “abbanniate”, il vociare tra le “balate”, in mezzo ai “riattieri”, insomma in quel piccolo mondo antico che è una città nella città, ma che poco a poco rischia di perdersi per il dilagare della globalizzazione. I banchi bianchi, le “balate” di marmo, illuminate e apparecchiate come a festa, sono l’ultima celebrazione pubblica del “re pesce”, in una scenografia su cui si ritualizzano i movimenti di comprimari e protagonisti, consumati interpreti di una Babele di urla che, mescolate al vocio della gente, appaiono come la prosecuzione naturale, e conclusiva, delle tante “cialome”, i canti dei tonnaroti, che dal mare sembrano approdare a terra.
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I testi di questo “viaggio letterario” sono anche arricchiti dall’intervento di alcuni esperti come il biologo e naturalista Franco Andaloro, che traccia un excursus sulla storia della pesca, Gaetano Basile, giornalista, che con ironia racconta frammenti della mitologia e riconduce alla memoria orale del popolo siciliano sull’arte del pescare, Cinzia Taibbi, che riprende alcuni interventi da un’intervista al massimo esperto mondiale di pesca del tonno Raimondo Sarà, ed Eliodoro Catalano, ricercatore in pensione dell’Istituto Zoologico dell’Università di Palermo, che racconta di una Sicilia dei pescatori di alghe, del primo mercato ittico e di mestieri come il “truccatore” e lo “sgusciatore di gamberi”. Il libro, peraltro, non è un viaggio di sola penna, ma è anche una corposa testimonianza fotografica, resa dal siciliano Giò Martorana. Corrispondente ufficiale dell’agenzia “Gamma” di Parigi, oltre che maestro della fotografia di chiara fama internazionale, quest’ultimo ha immortalato con più di centocinquanta scatti la luminosità dei luoghi, fermato il carattere della gente, trasmettendo ai lettori la passione dei mercati (da Ballarò alla Vucciria, dal Capo al Borgo Vecchio, e ancora la A’piscaria di Catania o la Loggia di Trapani, fino al Porta Garibaldi di Marsala) con pennellati affreschi di una quotidianità che si muove e acquista il dono della tridimensionalità ad ogni pagina che si scorre.

Un pregevole lavoro, quindi, anche per la cura dei dettagli, che con questo testo conferma l’autore nel suo amore per la nostra isola, dopo il precedente itinerario nell’entroterra, sempre per l’editore Cambi, “Viaggio tra i grandi vini di Sicilia”. Oggi sono il mare ed il tessuto imprenditoriale che si muove attorno ad esso, il mercato di vendita del pesce, ad affascinare l’autore. Zanfi si immerge in questa realtà poco comune all’esperienza di altre parti d’Italia, e che da luogo di commercializzazione diviene luogo di racconto per una ciurma di buongustai che assieme al pesce cattura storie, quelle che solo le vaste distese marine sanno raccontare. Storie tramandate e raccontate che vengono generosamente elargite a coloro che vanno al mercato non solo con l’intento di comprare, ma piuttosto di imparare.
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