CULTURA
Uno spazio virtuale per conoscere Scilla e Cariddi: nasce Orion, il museo dello Stretto
È nato il museo multimediale dello Stretto di Messina: uno spazio online articolato in diverse sezioni e liberamente fruibile chiamato "Orion. Scilla e Cariddi il mito del mare"
Un'immagine del museo virtuale Orion
Il progetto, finanziato dall'assessorato Regionale dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, è un progetto nato per iniziativa della Soprintendenza del Mare in collaborazione con l’associazione culturale messinese Athanasius Kircher.
«Si tratta di un museo virtuale multimediale - dice l'architetto Alessandra De Caro, della Soprintendenza del Mare - che grazie a fonti preziose d’archivio, offre l’opportunità di visionare storici filmati girati nell'arco di più di vent'anni su diversi aspetti dello Stretto».
Il museo consente infatti di esplorare tutte le sfumature dello Stretto: dalle tradizioni etnoantropologiche a riti marinareschi, da eventi naturali straordinari a testimonianze letterarie di grande valore come quelle di scrittori quali Stefano D’Arrigo, Vincenzo Consolo ed Eugenio Vitarelli oggi scomparsi e quindi uniche.
L'ideazione e la cura del progetto multimediale sono di Sergio Palumbo, giornalista e regista messinese, il quale ha messo a disposizione la proprio storica filmoteca sul mare dello Stretto ed è l’autore dei testi e della regia dei circa venti microdocumentari ospitati nelle varie sale virtuali del Museo.
La volontà della Soprintendenza del Mare e dell'associazione culturale Kircher è quella di realizzare, in uno spazio ancora da definire, un avatar del museo virtuale Orion. Questo significherebbe creare un percorso con pannelli che simulano le sale con i quadri del museo virtuale e dare la possibilità ai visitatori di visionare i filmati su grandi schermi.
«L’idea di un museo virtuale è nata un po' per caso - ci dice il dottore Sergio Palumbo - sulla scia di un progetto concepito vent’anni prima, quando volevo realizzare un documentario televisivo sui miti dello Stretto».
«Nell'arco di due decenni - continua - ho girato più di dieci ore di filmati sullo Stretto che ho conservato nel mio archivio personale e che rischiavano col tempo di deteriorarsi. A mio fratello Massimo è venuta l'idea di utilizzarli per realizzare dei micro-documentari completi di montaggio e sonoro da inserire in un sito che li contenesse tutti».
Il museo virtuale ha dunque una struttura informatica di supporto con delle sale comprendenti ciascuna dei quadri, come in una pinacoteca, ma al posto dei dipinti ci sono filmati e testi con immagini.
Il Museo ha una forma radiale con otto sezioni: mitologia, scienze naturali, letteratura, religione, etnoantropologia, arte e architettura, storia, geografia sociale, e alcuni dei filmati contengono interviste e simulazioni audiovisive che rappresentano aspetti particolari della vita marinara dello Stretto di Messina.
Ma "Orion" è anche un progetto in divenire: il sito sarà infatti aggiornato periodicamente e si pensa di ampliarlo con nuove sale, nuovi testi e nuovi filmati. Per maggiori informazioni è possibile visitare il museo virtuale.
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