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Università, terapia contro la fuga di cervelli

Balarm
La redazione
  • 28 febbraio 2008

Il sottosegretario allo sviluppo economico Sergio D’Antoni annuncia a Palermo, in occasione della tappa siciliana del “Giro d’Italia tra gli Atenei”, le nuove misure per frenare la fuga dei cervelli e dare una spinta di innovazione al Mezzogiorno. «Nonostante lo scioglimento anticipato delle Camere – ha detto – onoriamo l’impegno assunto con il decreto che consentirà di avviare gli stage retribuiti». Per frenare la fuga di cervelli dalla Sicilia arriva il via libera al decreto: 400 euro per 6 mesi a 30 mila giovani, 8.000 dei quali siciliani, e 3.000 mila euro di bonus alle imprese che decidano di stabilizzarli dopo il tirocinio. La Fondazione Crui avvia premi da 2.000 per le migliori tesi di laurea e stage retribuiti al ministero dello Sviluppo economico. Preoccupanti le cifre dell’emigrazione dal Sud fornite da D’Antoni, «Negli ultimi anni sono andati al Nord in 120 mila, un fenomeno che non si vedeva dagli anni Sessanta. Ma se allora c’erano le rimesse degli emigranti, questa volta i soldi restano lì, spreco assoluto di risorse». Giuseppe Silvestri, rettore dell’Università di Palermo e presidente della Cru (la conferenza dei rettori siciliani) ha lanciato cifre allarmanti sulla capacità di competizione del sistema Italia e del sistema Sicilia in termini di innovazione: «L’Italia è al 23° posto in Europa per capacità innovativa – ha detto – seguita soltanto da Spagna, Ungheria, Portogallo, Polonia, Romania, Turchia. E, se scendiamo nel dettaglio dei comprensori, la Sicilia è al 177° posto in Europa, prima soltanto della Puglia e della Calabria. Per inciso, la classifica è guidata con un coefficiente di 99/100 da Stoccolma, la capitale del Paese, la Svezia, che più di tutti in Europa investe sulla ricerca, l’alta formazione, l’innovazione». Per rispondere a questo allarme, quindi, reso sempre più acuto dai tagli di finanziamento ordinario agli Atenei e alla scarsità di risorse che il Paese complessivamente investe su sviluppo e innovazione, serve – secondo Silvestri - una terapia d’urto. Carlo Sappino, capo dipartimento per le Politiche di sviluppo e di coesione del ministero dello Sviluppo economico, ha fornito una prima risposta: «Nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 ci sono 23 miliardi destinati all’istruzione, alla valorizzazione delle risorse umane e al sostegno della ricerca di Università e imprese – ha detto -. Siamo al secondo posto, tra i 27 Stati membri della Ue per volume di risorse destinate alla ricerca e all’innovazione. Nel Mezzogiorno l’impegno italiano è ancora più forte e copre il 34 per cento delle risorse comunitarie».
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