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Tom Verlaine, escursioni sonore "trasversali"

Balarm
La redazione
  • 16 aprile 2008

E' stato tra i principali protagonisti del punk rock newyorkese degli anni '70. Tom Verlaine, storico leader dei Television, sarà in concerto, venerdì 18 aprile alle 22 ai Candelai, in via Candelai 65 a Palermo. Il biglietto d'ingresso intero costa 15 euro, mentre ridotto soci Candelai, Metropolitan card e carta Idea, 12 euro. La sera stessa del concerto saranno disponibili 70 ingressi a prezzo ridotto al botteghino dei Candelai acquistabili esclusivamente nella fascia oraria compresa tra le 19,30 alle 21,30. Il musicista, a Palermo grazie all'organizzazione delle associazioni Musiche, Triquetra, Candelai e Kleis, si presenterà sul palco accompagnato dall’ormai collaboratore e amico Jimmy Rip. Il nome di Tom Verlaine immediatamente rimanda alla New York di metà-fine ’70, a quel rinascimento di cui il dinoccolato e acuto chitarrista è stato tra i più luminosi protagonisti. E l’ombra lunga di quella golden age of rock si estende fino ai giorni nostri, facendo sì che ancora oggi egli continui ad essere un’icona per le generazioni più recenti di ascoltatori e musicisti (troppi da citare gli attuali debitori della sua lezione). I brani sono bozzetti in cui la chitarra del newyorchese più che ricamare tratteggia, gioca con pause e silenzi, riempie di calore i vuoti, crea paesaggi tra soundtrack e musica ambientale, concedendosi di quando in quando escursioni esotiche e vezzi blues. Fin troppo facile scomodare la musica per film o il Brian Eno più suggestivo, ma Verlaine si muove proprio su questi territori, dando la possibilità alla sua sei corde di svelare il suo lato più oscuro e talvolta claustrofobico. Nella sostanza, il leader dei Television supera la tentazione “pop” per abbracciare una sorta di cantautorato improvvisato, dove le canzoni diventano quadretti quasi impressionistici in cui sono le tessiture strumentali a farla da padrone, piuttosto che la melodia o la scrittura in sé; si prediligono tinte soffici e calde piuttosto che schitarrate e atmosfere spiccatamente “rock”, relegate al ruolo di intermezzo o raccordo. In sintesi, tanta classe d’altri tempi, sfoggiata con il solito piglio da splendido outsider, da musicista di classe, irrimediabilmente “trasversale” e, per questo, unico.
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