TEATRO
Teatro ai margini per le Orestiadi di Gibellina 2005
È con l’Arte che il 15 luglio alle ore 21 al Palazzo Di Lorenzo (in via degli Elimi a Gibellina) si è inaugurata la XXIV Edizione delle Orestiadi di Gibellina, la rassegna annuale di teatro, musica e arti visive, promossa e organizzata dall’omonima Fondazione, con una manifestazione dal sapore di festa, “Finestre sui giardini della memoria”, nel cortile e negli spazi interni del Palazzo, per festeggiarne la riapertura. Si è pensato che questo luogo, da pochi mesi affidato dal comune di Gibellina alla Fondazione, possa divenire lo spazio della memoria della cittadina e quindi tutte le attività espositive che qui si svolgeranno saranno così legate alla storia della città. Il titolo della prima mostra, “Mulino del vento”, a cura di Enzo Fiammetta, (composta da oggetti, immagini, video e modelli legati alla storia della cittadina, dai reperti elimi di monte Finestrelle ai modelli delle sculture realizzate in città dopo il terremoto) inaugurata sempre il 15 luglio alle ore 21.00, prende spunto dal nome di una delle colline sulle quali si adagiava la Gibellina vecchia prima del disastroso sisma del 1968. A completamento dell’evento, poi, anche alcune letture di Giulio Brogi tratte dal libro di Salvatore Costanza “I giorni di Gibellina”. La prosecuzione della rassegna sarà quindi con la sezione Teatro, la cui direzione artistica è stata quest’anno affidata al drammaturgo palermitano Franco Scaldati.
Si riprende quindi col teatro l’11 settembre alle ore 21 al Palazzo Di Lorenzo con la Compagnia di Franco Scaldati che mette in scena "Libro Notturno" dello stesso Scaldati, lettura con musiche di Tobia Vaccaro; un monumento alle tenebre, un libro di morti e luoghi oscuri, un’opera in creazione in cui le parole si sciolgono in visioni liberando il teatro dalla schiavitù della rappresentazione. L’opera propone anche una riscrittura del Macbeth shakespeariano, affiorando ciclicamente come altra ipotesi di lettura. Gli appuntamenti proseguono il 17 e 18 settembre alle 21 a Palazzo Di Lorenzo con “Anima Lenta “della Compagnia Segnale Mosso per le installazioni di Massimo Corsaro animate dalla poesia di Lucio Piccolo: una sequenza di otto visioni legate dal progetto di contaminazione fra teatro, arti visive, e ricerca sonora a fini estetici realizzato nell’esperienza del teatro dal collettivo di artisti radunato da Segnale Mosso. A conclusione della sezione teatro, la Compagnia di Franco Scaldati propone la riedizione de "Il Pozzo dei Pazzi" sempre di Scaldati, in scena dal 22 al 25 settembre alle ore 21 a Palazzo Di Lorenzo. Il lavoro, andato in scena per la prima volta nel 1976 e premiato al festival Riccione TTVV nel 1988, ha ispirato diverse generazioni di artisti gettando sulla cultura e l’immaginario palermitani uno sguardo diverso e creativo.
In questa nuova edizione, che coinvolge una nuova generazione di interpreti, Scaldati misura l’attualità di un testo che continua a rivelare la propria forza nell’immediatezza della lingua e dei temi: la lotta per la sopravvivenza di due barboni in bilico tra dannazione e santità (indimenticabile l’interpretazione dello stesso autore e di Gaspare Cucinella), diviene metafora di una condizione esistenziale e dei principi stessi del teatro di Scaldati. L'1 ottobre al Palazzo Di Lorenzo per “Arte da parte. Versi di parte”, a cura di Francesca Corrao, alle ore 17 si terrà un dibattito, al quale parteciperanno Roberto Deidier, Maria Attanasio, Elisa Biagini, Teruko Yamazaki (Giappone), sul tema della libertà artistica e dell’impegno e responsabilità individuale dell’artista a confronto tra Paesi e generazioni differenti. A partire dalle ore 21, letture ad opera dei poeti che partecipano all’iniziativa. Infine per la sezione Arte, il 22 ottobre alle ore 17 al Baglio Di Stefano “Ateliers. Artisti a Gibellina”, per la direzione artistica di Achille Bonito Oliva. Un progetto di sensibilizzazione territoriale sull’intera geografia mediterranea, che oltre ad offrire la possibilità di soggiorno creativo nei luoghi delle “Orestiadi”, Gibellina e Tunisi, propone il confronto creativo tra diverse culture, giocando sul doppio versante della presenza operativa dell’artista e la permanenza finale di opere che ne testimoniano il passaggio.
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