ATTUALITÀ
Stop degli autotrasportatori: ritorna la benzina?
Gli autotrasportatori dell'Aias mettono fine alla loro protesta interrompendo il blocco, mentre agricoltori e pescatori decidono di andare avanti
Il movimento si spacca: Forza d'urto che riuniva sotto la protesta comune pescatori, autotrasportatori e agricoltori (Movimento dei Forconi) si frammenta e a partire dalla mezzanotte di domani gli autotrasportatori dell'Aias comunicano che concluderanno lo sciopero. Tutti gli altri autotrasportatori indipendenti insieme a tutti gli altri aderenti a Forza d’urto continueranno la protesta a oltranza. La scelta dell'Aias è probabilente conseguenziale all'esito dell'incontro avvenuto a Palazzo d'Orleans tra i leader delle tre la categorie Raffaele Lombardo.
La Regione ha comunicato che sta già provvedendo ad aiuti per gli autotrasportatori con delibere autorizzano l'approvazione delle prime 76 richieste di finanziamento per complessivi 2,46 milioni di euro. I pagamenti, già in corso di esecuzione fanno parte di un finanziamento legato ad un fondo complessivo di 15 milioni di euro, destinato a finanziare crediti di esercizio ed aiuti per gli investimenti.
La protesta non solo si frammenta ma smorza pure i toni: «Dobbiamo allargare le maglie dei presidi immediatamente e permettere i rifornimenti a tutti» dichiara il leader del Movimento dei Forconi Mariano Ferro. Gli agricoltori e i pescatori - a cui si sono aggiunti nelle ultime ore anche rappresentanti delle marinerie - comunicano che nonostante i blocchi proseguiranno si allenterà la pressione, per evitare che il disagio creato dalla rivolta si trasformi in una vera e propria guera tra poveri. La situazione che dopo i primi cinque giorni di protesta rischiava di farsi incandescente per il progressivo esaurimento di ogni scorta presente in città e provincia, pare essere stata mitigata dall'annuncio di Lombardo che promette un impegno ad intervenire pensando a delle agevolazioni per le categorie da parte della Serit e di Crias e sul piano legislativo con un disegno di legge sul commercio.
Il governatore ha anche annunciato che mercoledì incontrerà il premier Mario Monti per parlare delle richieste effettive avanzate in questi giorni dal Movimento, primo su tutti la defiscalizzazione della benzina ed il problema dei costi dei trasporti.
Ai movementi rimasti in piazza a continuare il presidio si sono aggiunti gli studenti: i cortei promossi dal Coordinamento spontaneo ed apartitico ''Studenti siciliani in lotta'' appoggiano la protesta dei lavoratori dei vari comparti produttivi. Gran parte delle scuole siciliane sono state disertate dagli studenti che si sono riversati nelle piazze e nei blocchi stradali del comitato 'Forza d'urto". A Palermo il corteo studentesco è partito alle 10 da piazza Indipendenza ed ha attraversato il centro storico con lo striscione "Rivolta popolare" e alcune bandiere con il simbolo della Trinacria; durante la manifestazione è stato dato alle fiamme un tricolore. I manifestanti hanno raggiunto il porto (chiuso ormai da due giorni) e qui a loro si sono uniti altri studenti e rappresentanti dei centri sociali, presidiando l'ingresso di via Crispi. Gli studenti appoggiano la protesta perchè contro la crisi e la globalizzazione, e perché si dicono i primi a vicerla in prima persona. Nella notte è stato anche occupato il mercato ittico.
Ad oggi sono ventisei i blocchi stradali ancora attivi in sette province siciliane organizzati dal movimento forza d'urto e che in cinque giorni hanno bloccato tir, autobotti, camion carichi di alimenti, carburante, e altri prodotti. Intanto è cominciato il secondo giorno di sciopero della fame di uno dei leader del movimento dei forconi, Martino Morsello, atto di protesta nei confronti delle dichiarazioni del presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che ha denunciato infiltrazioni mafiose tra i manifestanti.
In un documento congiunto, i vertici regionali di Confindustria, Confartigianato, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori, Cna, Casartigiani, Confapi Sicilia, Confocommercio, LegaCoop, Confesercenti Sicilia, Confcooperative, hanno dichiarato che le manifestazioni di protesta che stanno mettendo in ginocchio l’economia siciliana sono il frutto delle responsabilità del governo nazionale e regionale. Motivo per cui affermano che le forme di protesta adottate dal movimento Forza d'Urto sono inaccettabili poiché arrecano ulteriore danno ai cittadini e a tutte le attività produttive peggiorando le condizioni economiche delle imprese.
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