ARTE E ARCHITETTURA
Simone Mannino, i dipinti "Fuori-soggetto"
Trenta opere dalle tinte cariche e dalle forme cancellate, dilatate, distorte. Frutto dell’improvvisazione e del recupero, con al centro dell’opera la pittura stessa
Istintività del gesto, spontaneità pittorica, linee disgregate dai tratti leggeri ma energici, questa la pittura di Simone Mannino, uno stile che parte dalla non progettualità delle creazione, ma che viene guidato dall’esperienza: uno studio misto all‘improvvisazione. Le opere di Mannino, che hanno la peculiarità di staccarsi dall’abituale ricorso al figurativo, sono state, infatti, da lui prese e riprese più volte, sovrapposte, staccate, giustapposte, fino a trovare l’equilibrio giusto.
Marcello Faletra, autore di uno dei testi nel catalogo presente in mostra, che riporta contributi critici sia suoi ,che di Francesco Galluzzi, docente di estetica nelle Accademie di Belle Arti, storico e critico d’arte, commenta la pittura di Simone Mannino dicendo: «La sua pittura parte dalla figura umana, ma le forme vengono cancellate, dilatate, distorte. Il soggetto al centro delle opere non è più l’uomo ma la pittura. È una sorta di decentramento del soggetto della rappresentazione, di sviamento del volto, di sottrazione dell’identità al possesso e di ogni attributo che afferisce all’umano».
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