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Second Grace, baciati dalla Grazia

  • 27 novembre 2006

Ma che città è quella che costringe i suoi figli migliori ad andarsene per realizzarsi al meglio delle potenzialità? I Second Grace, una delle realtà migliori provenienti dalla musica palermitana, per volontà e necessità hanno dovuto guardare fuori per portare avanti il loro progetto artistico, e nonostante questo hanno scelto la loro città e in particolare i Candelai per presentare dal vivo il loro primo vero e omonimo disco.

Più di un anno di gestazione per quattordici pezzi fissati su un supporto che è uscito al momento come autoproduzione, quando però i Nostri avevano già in tasca un accordo importante con la On the Road per l'uscita sul mercato nei primi mesi del 2007 (sotto il nome di OTR Music). Dopo un esordio con un demo (anch'esso omonimo) di cinque pezzi risalente a quattro anni fa e improntato a uno stile chitarristico tra Dave Matthews e Ben Harper che già lasciava presagire bene, Fabrizio Cammarata (voce e chitarra) e Fabio Rizzo (chitarra elettrica slide) hanno cambiato direzione in coincidenza con la loro maturazione musicale. Lo stile che si è affermato è quello di Cammarata, la cui scrittura assimila al meglio la lezione del folk classico di Nick Drake (ma anche John Martyn) e del neofolk contaminato dall'amore per la musica Sudafricana, con Miriam Makeba altra profonda e conclamata influenza delle sonorità del gruppo (la cui line-up è completata da John Riggio al basso e da Fabio Finocchio a batteria e percussioni).

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Ecco allora che degli otto pezzi della pre-release dello scorso anno, sette vengono recuperati anche se trasformati e riarrangiati nella fase di preparazione del disco. Curioso che l'unico lasciato fuori, perché giudicato troppo acerbo, sia stato "Baghdad Town", che Fabrizio Cammarata aveva eseguito sul palco della Magione invitato da una stella del neofolk come Devendra Banhart. Il brano è stato però riproposto dal vivo ai Candelai, perché il gruppo ha finalmente trovato un arrangiamento convincente, e non è escluso che faccia parte anche in futuro del repertorio dei Second Grace.

Il disco scorre che è una bellezza, le atmosfere delicate si susseguono traccia dopo traccia ed è impossibile non ammirarne la freschezza. Ben poche realtà in tutta Palermo, e comunque su tutt'altri versanti sonori, sono all'altezza di questo gruppo, ma forse nessuna come loro colpisce già dalle prime note. Succede con "Antanarive", che apre le danze, ma anche con "Like a Juliet", fino alla frizzantissima "Little Boy Sayin'", tanto allegra nell'incedere quanto triste nelle tematiche. Il rock, proprio del background di Cammarata (ex Terraplane) e Rizzo (già nei Pastense, e titolare ora di un fantastico side-project garage-blues come i Waines), è presente, ma di sfondo, e comunque nella sua accezione di più ampio respiro: lo dimostra una "Nobody Knows", convincente anche dal vivo col suo sapore di Come e Thalia Zedek, ma anche "The Sand in My Eyes", dallo stampo indie minimale.

Intervistati da Balarm.it, i due cantautori raccontano la strada che li ha portati alla pubblicazione dell'album e le prospettive future. «Abbiamo cominciato a preparare i pezzi circa un anno fa - spiegano - quando siamo entrati in studio metà dei pezzi erano pronti, gli altri li abbiamo composti nei primi mesi dell'anno e per maggio avevamo finito. Questo lavoro nasceva come un'autoproduzione da presentare alle etichette per promuovere l'immagine del gruppo, finché non abbiamo trovato l'accordo con la On the Road». Sul versante live, dove la band mostra già una buona tenuta (coadiuvata dagli "ospiti" Angelo Di Mino, violoncello, e Manfredi Bruno, tastiere), la On the Road ha già programmato un tour all'estero, tra Inghilterra e Germania, e che idealmente dovrebbe concludersi in Italia , in particolare a Palermo.

Proprio il versante internazionale è una delle sfide più importanti per la band. Da sempre votata a guardare all'estero, con Fabrizio Cammarata protagonista di numerosi showcase solisti in Inghilterra (l'ultimo dei quali, di successo, proprio nelle scorse settimane), il progetto è da sempre quello di esportare la musica al di fuori dei confini nazionali, come dimostra anche il cantato in inglese e il sound stesso. In questo senso quello con la OTR e la distribuzione targata Venus sarà un vero test, con il manager del gruppo, Christof Storbeck (già al lavoro con Carmen Consoli e Bandabardò e artefice dell'ingresso dei Second Grace nell'etichetta) impegnato nella promozione discografica e live all'estero.

Un rammarico riguardo alla realtà locale non può quindi mancare: «manca tutto, dalle agenzie di booking alle etichette alle opportunità di suonare. Qui paradossalmente è possibile campare se fai cover, ma così tutto rimane fine a se stesso, Invece se vai in Inghilterra ci sono molti canali e i gruppi vengono incoraggiati». In definitiva, se la stella dei Second Grace, appena nata si evolverà, sarà di talento e malinconia, di allegria e brillantezza, e splenderà al contempo sui cieli di Birmingham e Antananarivo. Su quelli di Palermo, chissà: lì dove è nata, potrebbe anche entrare nell'affollato firmamento delle occasioni perdute.

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