LIBRI
"Sdisonorata Società", il libro di Gianpiero Caldarella
La Sicilia raccontata dagli interventi satirici di Gianpiero Caldarella a Radio24, in cui l’autore colpisce indistintamente politici, mafiosi, grandi imprenditori, uomini di chiesa e gente qualunque, perforando luoghi comuni di ogni dove e fatti d’attualità che hanno frequentato le cronache del nostro Paese: lunedì 20 dicembre alle 18 verrà presentato da AltroQuando (corso Vittorio Emanuele 143, Palermo) "Sdisonorata società - Storie di ordinaria deregulation e straordinarie incazzature".
Edito da Navarra editore, con la prefazione di Giancarlo Santalmassi, il libro raccoglie oltre 60 interventi satirici dell’autore, che con la trasmissione radiofonica “Pizzino”, su Radio24, raccontava un fatto, un affare, uno stato d'animo, un imbroglio, un'epopea burocratica senza quel distacco passionale, quella “distanza” che è propria del tipo di discorso giornalistico. Per due anni, ogni fine settimana è andata in onda una strana rubrica di un paio di minuti dove, spesso marcando l'accento siculo, veniva preso in giro chiunque: dal politico, mafioso, grande imprenditore o il potente uomo di chiesa, all'uomo qualunque, burocrate, conducente di autobus, il medico di famiglia, tutti coloro con cui si entra in contatto nella quotidianità.
Il libro racconta un po' di questa “Sdisonorata Società” a partire da Sud, risalendo verso un Nord che si sta lentamente meridionalizzando, pur continuando a detenere il primato economico. Non si spiegherebbero altrimenti i consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose in Veneto, i palazzi nuovi crollati a L'Aquila perché imbottiti di cemento depotenziato, la ricerca diffusa di una raccomandazione per lavorare, l'imbarazzo che accompagna il lancio di quella grande opera che è l'Expo a Milano. Neanche fosse il ponte sullo stretto di Messina.
Edito da Navarra editore, con la prefazione di Giancarlo Santalmassi, il libro raccoglie oltre 60 interventi satirici dell’autore, che con la trasmissione radiofonica “Pizzino”, su Radio24, raccontava un fatto, un affare, uno stato d'animo, un imbroglio, un'epopea burocratica senza quel distacco passionale, quella “distanza” che è propria del tipo di discorso giornalistico. Per due anni, ogni fine settimana è andata in onda una strana rubrica di un paio di minuti dove, spesso marcando l'accento siculo, veniva preso in giro chiunque: dal politico, mafioso, grande imprenditore o il potente uomo di chiesa, all'uomo qualunque, burocrate, conducente di autobus, il medico di famiglia, tutti coloro con cui si entra in contatto nella quotidianità.
Il libro racconta un po' di questa “Sdisonorata Società” a partire da Sud, risalendo verso un Nord che si sta lentamente meridionalizzando, pur continuando a detenere il primato economico. Non si spiegherebbero altrimenti i consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose in Veneto, i palazzi nuovi crollati a L'Aquila perché imbottiti di cemento depotenziato, la ricerca diffusa di una raccomandazione per lavorare, l'imbarazzo che accompagna il lancio di quella grande opera che è l'Expo a Milano. Neanche fosse il ponte sullo stretto di Messina.
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